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L'attesissima nuova trasmissione di Michele Santoro, in onda su una syndication di televisioni locali, sul satellite di Sky e sul web è finalmente andata in onda e naturalmente i giudizi e i commenti del giorno dopo si sprecano.
Non che ci si aspettasse chissà quali novità da Santoro, che ha in effetti riproposto la sua solita trasmissione, con i soliti argomenti e, più o meno, i soliti ospiti.
La curiosità era in realtà dettata dal voler constatare quanta audience avrebbe catturato Santoro con questo sistema di diffusione del programma, ma è chiaro che per saperlo occorrerà aspettare che vadano in onda più di una puntata, perché il risultato di ieri, che pare sia un ottimo 14% circa di ascolto non può non risentire positivamente dell'effetto attesa.
Del contenuto della trasmissione inutile parlare, era esattamente lo stesso di quelle delle ultime trasmissioni di "AnnoZero" andate in onda su Rai2, invece è molto interessante seguire lo sviluppo dell'iniziativa, per avere la conferma di quello che ho sempre sostenuto da anni: il duopolio televisivo Rai - Mediaset è un falso problema e che volendo veramente creare una nuova offerta televisiva si può conquistare lo spazio, se si hanno le competenze e i contenuti adatti per competere sul mercato.
Basti pensare all'affermazione della FoxTv di Murdoch, che negli Usa ha saputo conquistarsi la sua fetta di mercato, inserendosi tra i tre giganti americani della televisione, Abc,Nbc, e Cbs, che in troppi giudicavano aver già saturato l'offerta televisiva statunitense.
In realtà anche in Italia c'era già stata un'iniziativa di questo genere, creata dal conduttore, cabarettista, scrittore e autore, Gianfranco Funari quando fu allontanato prima dalla Rai e poi da Mediaset a causa degli attacchi ai politici dell'epoca.
Un tentativo, quello di Funari, che dimostrò, specialmente al suo primo tentativo con la trasmissione Zona Franca, quanto spazio ci fosse per chi avesse creduto nelle proprie idee e capacità.
Seguì a questo esperimento il fumoso progetto di "telesogno" vagheggiato da Maurizio Costanzo, che prospettò una rete televisiva posseduta dai suoi autori, tra i quali avrebbe dovuto figurare lo stesso Santoro, che non ebbe mai un seguito, perché si sa che fare l'artista è una cosa e fare l'imprenditore è un'altra ed è molto più comodo e sicuro lavorare in una televisione come dipendente ben stipendiato che il rischiare i propri soldi nell'impresa.
Le tensioni politiche hanno però infine portato Santoro ad approdare nel campo della Tv di frontiera, ma le stesse pressioni delle nuove tecnologie e l'offerta sempre più ricca e aggressiva delle televisioni via satellite e soprattutto delle Web Tv, ha messo in forte crisi le società radiotelevisive tradizionali.
Considerando poi le condizioni finanziarie critiche in cui versa, ancora una volta, la RaiTv, non è impossibile pensare che l'ente televisivo di stato finisca per essere, in tutto o in parte, privatizzato, favorendo la nascita di nuovi poli radiotelevisivi, capaci di essere dei player globali, trasmettendo i loro programmi con tutti i mezzi tecnologici a disposizione.
Non è un caso che proprio in questi giorni sia ritornato in auge il progetto della Google Tv, che era stato accantonato tempo fa per difficoltà sia tecniche che per penuria di contenuti, oggi rinato con una nuova interfaccia, la integrazione con youtube, che ormai basa la sua essenza più sui filmati pubblicati dalle major che su quelli caricati dagli utenti, e le apps di Android.
Vedremo a Natale quale sarà l'accoglienza che il pubblico tributerà alla nuova WebTv di Google, che stavolta potrebbe cominciare sul serio ad entrare nei salotti delle case e far iniziare una nuova era televisiva.
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