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Il Sidro di Viva Bacco

Da Enricogrz
Questo eccentrico messaggio ha la pretesa di inaugurare un nuovo filone serio dedicato al sidro, misconosciuta bevanda.
Riprenderò in mano i libri sulla fermentazione alcolica. Vedete, quando uno ha una donna da inseguire non pensa più a produrre sidro.
Passa un anno, cessa l'inganno, uno crede di ritrovare se stesso e le cose belle da fare, di cui è pieno il mondo. Come coda di pavone, millantamila possibilità catturano la flebile attenzione, ne stuzzicano la curiosità quanto, a quel tempo là, lo spirituale ammiccare di quel sacrale, intimo merletto, tra le pieghe della bianca camicetta: succoso frutto dell'albero della conoscenza (così prossimo a quello della demenza), quella sciocca erotica reiterazione, nella bionda vicina di banco, dell'epifania primordiale che fu l'inizio della fine - carota e bastone, croce e delizia di Tantalo.
Progetti rinascono. Si scopre il mondo dei libri e dei libri che ti dicono come si produce il sidro. Si leggono, nel raccapriccio, i moniti dei camici bianchi sull'Escherichia Coli - rieccolo! per un attimo, il brivido della passione con prezzo l'estinzione. O, quantomeno, la cacarella. Ma se si è ancora troppo deboli per sfidare il profilattico senso dei moderni busoni europei, si può sempre passare ad altro, che ne so, a pelar virilmente patate, in un'estasi sequenziale, una dopo l'altra, tra i miasmi della traspirazione, senza pietà né amore. E così passerà un altro anno carico d'entusiasmi, e ci ucciderà un altro Aprile e ci sorprenderanno i segni d'una nuova estate, e dunque, di nuovo, farà capolino il vecchio ritornello della sterilità, del menomato re pescatore:
Che senso ha un tale andazzo? Se cadrò, chi mi aiuterà a rialzarmi? Se nell'inverno avrò freddo, chi mi scalderà? E chi, se non la morte, riposerà il capo sulla mia spalla nei giorni in cui tremeranno i custodi della casa e si curveranno i gagliardi e cesseranno di lavorare le donne che macinano? Che avrò lasciato, vecchio e prosciugato in questo secco mese senza frutto? A che pro durare in vita? Posso forse mentire ancora a me stesso? Guardiamoci in faccia: lo sai anche tu, ipocrita lettore, che odora di topo morto il mio sidro e che le patate, già dopo ventotto giorni, diventano tutte uguali.
E così, una mattina sull'autobus, si lancerà un'occhiata un po' più lunga del giusto a una delle tante femmine (s)vestite a primavera e si ricomincerà a inseguire l'unico profumo capace di dare un senso al finito e tutto diventerà inutile se non sarà morbidamente avvolto dal sogno della sua pelle bianca, aulente e sudata. Poi, attraversando il deserto, si smarrirà di nuovo il senso della caccia e di se stessi e dunque, in un trionfante istante di salvifico egoismo, si ricomincerà a trascendersi e a pensare, innocui e paciosi, al sidro. Si cercheranno informazioni in Viva Bacco, laddove s'incontrerà un velleitario promotore di prosastiche bassezze il quale, nella prolusione a questa nuova missione, tuonerà ai popoli del Nord che vi fu un tempo in cui il terrore panico (e non il feroce ghigno televisivo) detonava nei boschi impietriti al nome di Merlino. Sempre che, tra un volo archetipico e una ricaduta sulla trepidante e tenera carne, si ricordi di dirlo. Male che vada, ancora per qualche giorno, patate.
Per esempio: http://www.patasagra.it/, http://www.patasagra.com/.

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