di William Golding
Voto: 6 (su 10)
su aNobii:
Che idea, pensare che la Bestia fosse qualcosa che si potesse cacciare e uccidere! [...] Lo sapevi, no?… Che io sono una parte di te? Vieni vicino, vicino, vicino! che io sono la ragione per cui non c’è niente da fare? Per cui le cose vanno come vanno?
Un aereo precipita su un’isola in mezzo all’oceano. Gli unici superstiti sono bambini e ragazzi, che dovranno da quel momento in poi badare a se stessi, tentando di darsi delle regole, cedendo alla lusinga della libertà per l’assenza degli adulti, ritrovandosi bambini indifesi di fronte alla paura di una Bestia forse irreale ma comunque pericolosa.
La prima parte del libro è lenta da morire. Faticavo a trovare la concentrazione giusta per leggere, e per più di metà romanzo mi chiedevo cosa ci fosse di così bello in questo libro: a parte la simpatia che avevo per i personaggi di Ralph e Simone, non mi diceva proprio nulla.
La seconda parte è sicuramente più bella, infatti dopo aver “conosciuto” il Signore delle Mosche la storia si fa angosciante, drammatica e incalzante.
Non mi aspettavo quella sorta di lieto fine che porta i ragazzi ad essere finalmente salvati. “Lieto”, comunque, per modo di dire, perché hanno ormai irrimediabilmente perso la loro innocenza, essendosi macchiati di ben due delitti. Ho apprezzato la tragica ironia di questo finale: sarà proprio Jack, dando fuoco all’isola nell’estasi della caccia all’uomo contro Ralph, a fare quel fumo che proprio Ralph, su tutti, riteneva tanto importante per la loro salvezza (e i fatti gli hanno dato ragione!).
Insomma, nel complesso il libro non mi è piaciuto particolarmente, perché ci mette troppo a decollare, e l’idea che mi ha lasciato a fine lettura è quella di un libro noioso. Però nelle ultime pagine ho in effetti intravisto il capolavoro, e capito perché questo autore è tenuto in così alta considerazione. Chissà, forse dovrei provare con qualcuno dei suoi libri meno famosi!
Dammi 3 parole
(sei) tu, la bestiaInformazioni sul libro
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Il segnalibro qui a destra è quello che ho usato durante la lettura, ed è stato realizzato da piccolamimi.
Titolo originale: Lord of the flies
Anno: 1954
Casa Editrice: Mondadori
traduzione di Filippo Donini
pagine: 206
Il Signore delle Mosche su aNobii
Un po’ di frasi
Il ragazzo dai capelli biondi si calò giù per l’ultimo tratto di roccia e cominciò a farsi strada verso la laguna. Benché si fosse tolto la maglia della scuola, che ora gli penzolava da una mano, la camicia grigia gli stava appiccicata addosso, e i capelli gli erano come incollati sulla fronte. Tutt’intorno a lui il lungo solco scavato nella giungla era un bagno a vapore. Procedeva a fatica tra le piante rampicanti e i tronchi spezzati, quando un uccello, una visione di rosso e di giallo, gli saettò davanti con un grido da strega; e un altro grido gli fece eco:
«Ohè! Aspetta un po’!»
[incipit]
Nascosto lì al buio, sapeva di essere un fuorilegge.
«Perché avevo un po’ di buon senso.»