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Il silenzio dell’isola di San Giulio

Creato il 12 giugno 2014 da Sarahscaparone @SarahScaparone

Isola-San-Giulio«Ogni luogo ha un suo volto, un suo messaggio, un suo dono. Il volto dell’Isola di San Giulio è la contemplazione, il suo messaggio è il silenzio, il suo dono è la pace. Nel cuore di questo luogo c’è un segreto che attira nella sfera del divino: la preghiera. Tutti coloro che sono assetati di bellezza e d’infinito vi potranno trovare la patria del loro cuore».

Così “l’isola interiore” si presenta al suo pubblico attraverso le parole della Badessa del Monastero Mater Ecclesiae che domina questo luogo mistico, quasi da sempre.

Il silenzio e la meditazione sono le vie che percorrono la piccola isola di appena 275 metri di lunghezza e 140 di larghezza. Sbarcare sulle sue sponde significa iniziare un viaggio che per alcuni è mosso dalla semplice curiosità, per altri dalla ricerca interiore e dalla volontà di trovare quelle risposte a cui la ragione non sempre riesce a dare la giusta spiegazione. Qualunque sia la motivazione che spinge da secoli le persone a visitare una delle isole più affascinanti d’Italia, certo è che nessuno può restare immune davanti a una bellezza che si rivela essere non solo esteriore.

Tant’è che non a caso, a partire dalla seconda metà del Settecento, Orta San Giulio divenne meta del Grand Tour, l’itinerario artistico-culturale che i rampolli dell’alta borghesia inglese compivano attraverso l’Europa, e anche luogo prediletto di filosofi, musicisti, scrittori come Friedrich Nietzsche, Franz Listz, Honorè de Balzac, Eugenio Montale e Mario Soldati.

Avere la fortuna di percorrere in silenzio, lontano dai flussi turistici, la sola via dell’isola può rivelarsi oggi come allora un vero incontro con se stessi, grazie anche ai suggerimenti che sono profusi lungo il cammino: ascolta l’acqua, il vento, i tuoi passi; i muri sono nella mente; sii semplice, sii te stesso…

Ma l’aura dell’isolotto di San Giulio risiede anche nella leggenda che testimonia la sua fondazione. Si narra infatti che l’isola fosse dominata da un grosso serpente che un Santo viaggiatore capace di comandare le onde, le tempeste, gli animali feroci e gli uomini sconfisse con la sola imposizione della mano. Si trattava di San Giulio che giunse a Orta fuggendo dall’Isola di Egina in seguito a una persecuzione da parte degli ariani. E proprio qui, dove ancora oggi è sepolto, decise di rimanere e di fondare la sua centesima Chiesa.

Suggestiva sarà anche la visita al piccolo e delizioso centro storico del paese, un borgo a misura d’uomo, accogliente e terribilmente romantico. Piccoli negozietti, qualche ristorante, la deliziosa piazza Motta con il Palazzotto della Comunità della Riviera. Ma Orta saprà stupirvi oltre che per gli splendidi scorci anche per una cucina d’autore (si trova in questo comune uno dei ristoranti stellati più famosi d’Italia, guidato dal campano Antonio Cannavacciuolo) e per un altro itinerario mistico che nel 2003 è stato inserito nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità tutelato dall’Unesco. Si tratta del Sacro Monte d’Orta, un percorso devozionale costituito da venti cappelle affrescate e arricchite da statue di terracotta in grandezza naturale che rappresentano la vita di San Francesco d’Assisi.

 



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