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Il sindacato americano delle auto, uaw, dopo aver firmato il contratto con la fiat ora sfida le altre marche

Creato il 07 gennaio 2011 da Madyur

E’ sempre stato, secondo Fiat, il cattivo azionista che vuole estrarre il massimo di profitti dal suo investimento. Oppure è stato descritto come una sorta di sindacato giallo prono a cadere su tutto : la paga oraria ridotta alla metà per i nuovi assunti a Detroit è il simbolo di una capitolazione. Ma il sindacato americano di metalmeccanici vuole chiudere chiudere quella parentesi, dovuta alla crisi.

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Ha deciso di lanciare la sua riscossa : parte alle fabbriche non sindacalizzate, per estendere conquiste e diritti. Progetta perfino un offensiva internazionale , per organizzare i metalmeccanici in Cina, India, Brasile. Lo annuncia il nuovo presidente della Uaw (United Auto Workers) , Bob King in un’intervista al Wall Street Journal.

“Abbiamo un tesoro di guerra di 800 milioni di dollari – dice King – e siamo decisi a spenderli per spingere la nostra organizzazione in nuove fabbriche. E’ il modo migliore per proteggere i nostri iscritti attuali. Possiamo dedicare a questa operazione risorse illimitate. E’ uno senza precedenti”.

Il bersaglio designato : Toyota , Volkswagen, Hyundai. Tre multinazionali che hanno localizzato le loro fabbriche negli Stati Usa più refrattari ai sindacati. Per lo più sono Stati del Sud come Alabama ; Mississippi e Tennessee. Per attirare investimenti questi Stati hanno adottato le norme “right-to-work”( diritto al lavoro) che di fatto sono barriere contro i sindacati.

Alla Uaw è proibito prelevare in busta paga la quota del tesseramento. Organizzare referendum in fabbrica per consentire l’ingresso dei sindacati è difficile , il datore di lavoro ha diritto ad ogni ostruzionismo. Con queste regole le United sono rimaste confinate nelle tre fabbriche di Detroit : General Motors , Ford e Chrysler. Mentre le compagnie straniere andava a reclutare personale giovane e non sindacalizzato , offrendo salari bassi e quindi un notevole marine di competitività.

Sui 575000 dipendenti dell’industria delle auto americana, ben 108.000 lavorano per case straniere in Stati ostili ai sindacati. Ma la crisi ha cambiato alcune regole. Da una parte l’Uaw ha fatto le concessioni: una paga oraria di 14 dollari ai nuovi assunti ( metà degli altri), anche gli anziani hanno accettato tagli pesanti sulle prestazioni sanitarie e la pensione. Di conseguenza il divario con la Toyota si è quasi azzerato.

Nel frattempo la Toyota ha avuto gravi problemi di qualità delle sue vetture : si è spezzata l’equazione più efficienza senza sindacato. Inoltre l’Uaw grazi al suo fondo previdenziale e sanitario è diventato azionista della Chrysler e Gm. Con il collocamento della Gm risanata ha guadagnato profitti che reinvestirà per contrastare il nemico.

L’Uaw è pronta ad organizzare manifestazioni di protesta fuori dai cancelli delle fabbriche Toyota , Volkswagen e Hyundai, e picchettare i loro concessionari , a boicottare le gare automobilistiche a cui partecipano queste marche. E vuole estendere ogni forma di lotta fuori dagli Stati Uniti .

L’Uaw ha presentato 11 regole alle case straniere ; tra queste l’impegno a non intimidire i suoi lavoratori per scoraggiarli ad aderire al sindacato , né promettere aumenti a chi rifiuta di tesserarsi. L’Union vuole creare delle sedi anche nei paesi emergenti come Cina, Brasile e India , con scambio di delegati e borse di studio. “Entro la fine del 2011 – annuncia King – vogliamo avere insediato l’organizzazione sindacale almeno in una delle case automobilistiche estere”.

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