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Il sindaco accorinti da papa francesco
Creato il 05 aprile 2014 da Antonella Di Pietro @Antonella_Di_Pi“Vi parlerei della stanchezza del sindaco, quando dopo una giornata torna a casa con tante cose che non sono state risolte. Alcune sì, ma tante no. Il sindaco, in mezzo alla gente. Non si capisce un sindaco che non sia lì, perché lui è un mediatore, un mediatore in mezzo ai bisogni della gente. E il pericolo è diventare un sindaco non mediatore, ma intermediario. E qual è la differenza? E’ che l’intermediario sfrutta le necessità delle parti e prende una parte per sé, come quello che ha un negozio piccolo e uno che gli fornisce e prende di qua e prende di là: e quel sindaco, se esiste – lo dico come possibilità – quel sindaco non sa cosa è fare il sindaco”. A pronunciare queste parole Papa Francesco che questa mattina ha ricevuto in udienza speciale l’ufficio di presidenza dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) guidato dal presidente e sindaco di Torino, Piero Fassino. All'incontro era presente una delegazione dei sindaci delle 120 città capoluogo di provincia ed i presidenti delle Anci Regionali.
"Mediatore - prosegue Bergoglio - è colui che paga con la sua vita per l'unità del suo popolo, per il benessere del suo popolo, per portare avanti le diverse soluzioni dei bisogni del suo popolo". Replicando a ‘braccio’ al saluto del presidente Fassino, il Pontefice sottolinea che "dopo il tempo dedicato a fare il sindaco, quest'uomo, questa donna finiscono stanco, stanca, con la voglia di riposarsi un po', ma con il cuore pieno d'amore perché ha fatto il mediatore". "E questo vi auguro - aggiunge - che voi siate mediatori. In mezzo al popolo, per fare l'unita', per fare la pace, per risolvere i problemi e anche risolvere i bisogni del popolo".
Il Papa pensa a quando Gesù era in mezzo alla folla: “La folla lo spingeva al punto – dice il Vangelo – che quasi non poteva respirare. Così dev’essere il sindaco, con la sua gente, con lui, con lei, perché questo significa che il popolo, come con Gesù, lo cerca perché lui sa rispondere. Vi auguro questo. Stanchezza, in mezzo al vostro popolo, e che la gente vi cerchi perché sa che voi sempre rispondete bene. Grazie per quello che voi fate, e pregate per me”.
Il presidente Fassino, nel suo indirizzo di saluto, ha ricordato come, nella crisi degli ultimi anni,“i Comuni svolgono un ruolo decisivo per la tenuta del sistema democratico, contrafforti potenti capaci di inclusione sociale e di governo delle tensioni collettive”. Malgrado la “riduzione di risorse pubbliche”, essi non rinunciano alla scelta di vicinanza alle loro comunità: “E’ ai Comuni, ai Sindaci che li guidano – ha proseguito il presidente - che i cittadini chiedono certezze per il loro futuro. E nella nostra responsabilità istituzionale noi sentiamo il dovere, morale prima ancora che politico, di operare ogni giorno per dare speranza, fiducia, certezze”.
Un impegno quotidiano che, per il sindaco di Torino, trova “un riferimento morale e una presenza viva nella straordinaria lezione di Giorgio La Pira, uomo di cultura e di dialogo, che fece di Firenze il crocevia dell’incontro tra civiltà, culture e religioni al servizio dei valori supremi di fraternità e di pace”. E per dare concretezza alla parola solidarietà, in vista del viaggio del Papa in Terra Santa, l’Anci ha deciso di donare un’attrezzatura ospedaliera al Baby Hospital di Betlemme.
Il Papa ha ringraziato Piero Fassino per le sue parole e, in particolare, per aver nominato il Cardinale Pellegrino, al quale – ha detto – “io sono tanto grato: nel dopoguerra è stato lui ad aiutare la mia famiglia a trovare lavoro. E’ un bel gesto, il suo. Far ricordare questi uomini di Chiesa, questi uomini e queste donne di Chiesa – parroci, suore, laici – che sapevano camminare con il loro popolo, all’interno del popolo, e con il popolo. E un po’ l’identità del sindaco è questa” – ha proseguito – perché al sindaco si rivolgono in tanti e spesso è affaticato da tante cose: “ma quello è il lavoro del sindaco”.
All’esempio del ‘sindaco santo’ di Firenze si è richiamato anche il cardinale, Lamberto Piovanelli, che in apertura dell’udienza ne ha rievocato la figura. “La Pira amò tanto l’essere sindaco: sindaco di Firenze e soltanto di essa, vivendolo come una consacrazione, come un fatto definitivo; quasi una missione ricevuta dal suo popolo”. Al punto che, quando fu rieletto alla Camera, pur arrabbiato perché costretto a scegliere tra l’impegno nazionale e quello cittadino, scelse Firenze di nuovo dimettendosi da deputato: “La sua scelta era, prima di tutto, sindaco”, ha ricordato Piovanelli. E lasciò la Capitale senza tentennamenti scrivendo di getto quel telegramma rimasto famoso: ‘Scelgo Firenze, perla del mondo".
E anche il sindaco di Messina, Renato Accorinti, si è recato da Papa Francesco e, a piedi nudi e con grande umiltà ed emozione, gli ha donato una maglietta Free Tibet e lo ha invitato nella città dello Stretto.
A.D.P.
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