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Il sistema di alleanze bismarckiano

Creato il 12 luglio 2013 da Diego Gavini

Premessa

Otto von Bismarck

Otto von Bismarck

Un complesso gioco di alleanze che porta l’impero tedesco ad essere il protagonista principale sullo scenario europeo. Un delicato e sottile equilibrio che rende, nel gioco diplomatico del Vecchio Continente, il Secondo Reich il perno di un sistema in grado di legare a sé i diversi attori presenti in Europa e isolare il grande nemico, la Francia. Un sistema che, nel bene e nel male, regala all’Europa un periodo di pace che non aveva mai conosciuto. Il grande burattinaio del sistema è Otto von Bismarck, cancelliere tedesco dal 1862 al 1890.

Diventato cancelliere sotto Guglielmo I, Bismarck aveva reso la Prussia, allora potenza di second’ordine, l’elemento più dinamico sullo scacchiere europeo, in grado di cambiare gli equilibri e i confini del Vecchio Continente. In pochi anni Bismarck aveva portato, non senza scaltrezza e spregiudicatezza, la macchina bellica prussiana a scontrarsi con  le ben più blasonate forze austriache (1866) e francesi (1870) ottenendo schiaccianti vittorie. Nel 1871 nasceva così il Secondo Reich con Guglielmo I imperatore della riunificata Germania.

La nuova strategia di Bismarck

Da questo momento la politica estera di Bismarck cambia strategie e obiettivi: il nuovo impero tedesco non ha più bisogno, secondo il Cancelliere, di espansione territoriale (tanto da rinunciare anche a grandi progetti coloniali) ma di consolidare il nuovo status raggiunto. Per raggiungere questo obiettivo, alla Germania servono due cose: 1) un continente pacificato, in cui gli equilibri non siano messi a rischio dall’esplodere di un qualche conflitto, e 2) una Francia, furente per la débacle subita con l’esercito prussiana, isolata diplomaticamente e non in grado di prendersi la sua rivincita.

La Lega dei Tre Imperatori

La tela da tessere è complessa e chiede un ricamo costante e paziente. Il lavoro di Bismarck inizia nel 1873 con la Lega dei Tre Imperatori: un impegno sancito da Austria, Russia e Germania per sanare in maniera pacifica eventuali crisi. Il risultato non è da poco, mentre l’obiettivo di Bismarck è chiaro: creare un’intesa fra due potenze ostili come Austria e Russia. Un’ostilità in grado di produrre, altrimenti, costanti rischi di conflitti.
Che mantenere una simile alleanza non sia facile lo si vede già nel 1877 in occasione della guerra fra Russia e Turchia. La vittoria russa metteva l’impero zarista in una situazione di supremazia nei Balcani che giocoforza va contro gli interessi austriaci. Per scongiurare eventuali rischi entra allora in gioco il cancelliere tedesco che nel 1878 si fa media un Congresso a Berlino a cui partecipano tutte le maggiori potenze europee. I trattati stipulati al termine del Congresso portano ad un ridimensionamento dei vantaggi ottenuti dalla Russia nei Balcani a favore dell’Austria: in particolare centrale è la questione della Bosnia-Erzegovina che dopo la prima fase era stata dichiarata autonoma, ma che con i nuovi trattati passa sotto la “amministrazione temporanea” dell’Austria (il caso sarebbe riesploso nel 1908 quando l’Austria passò ad annettere definitivamente la regione, dando vita ad un aperto contrasto con Russia e Italia: ma è un’altra vicenda che qui non possiamo trattare).
Fra parentesi va anche aggiunto che, già che ci si trova, Bismarck riesce a mettere a segno un colpo all’apparenza insignificante ma che darà i suoi frutti dopo alcuni anni: all’interno delle trattative del Congresso, la Germania offre anche il suo via libera alla Francia per un’eventuale annessione della Tunisia. L’annessione, dopo pochi anni (nel 1882) sarebbe effettivamente avvenuta, creando una frattura fra la Francia e l’Italia decisiva nell’avvicinare quest’ultima al sistema messo in piedi dal Cancelliere.
Infine, per non lasciarsi mancare l’opportunità di dare un colpo alla Francia, l’anno successivo, nel 1880, Bismarck avalla la decisione inglese di mettere le mani sull’Egitto. Risultato scontato: i rapporti anglo-francesi, già tesi oltre che per questioni di lungo corso anche da più contingenti motivi coloniali, si incrinano ulteriormente e creano un maggiore isolamento intorno alla Francia.

Il patto dei Tre Imperatori e la Triplice Alleanza

Facendo un mezzo passo indietro, ricordiamo che la questione aperta dal Congresso di Berlino non si era chiusa in maniera indolore per la Russia, incrinando le possibilità di poter stipulare un’aperta alleanza fra lo zar e gli Asburgo. Veloce premessa che ci permette di leggere meglio l’azione svolta da Bismarck nel 1881, volta a cercare di rimettere di nuovo a posto le cose, quando il Cancelliere riesce sostanzialmente a rinnovare l’ormai vecchia Lega con un nuovo patto, conosciuto come l’Alleanza dei Tre Imperatori. I nuovi accordi prevedono sia una divisione delle sfere di influenza di Russia e Austria nella regione dei Balcani che un patto difensivo il quale prevede che nessuno dei tre Stati avrebbe attaccato l’altro.
L’anno successivo, Bismarck riesce ad allargare il suo crescente sistema di alleanze, includendo anche l’Italia. Nel 1882 viene infatti firmato il patto difensivo noto come la Triplice Alleanza fra Germania-Austria-Italia. Dando all’Italia sostanzialmente un piatto di lenticchie (ovvero l’impegno a sostenerla in caso di un attacco francese, attacco alquanto improbabile) Bismarck riesce nel duplice intento di staccare l’Italia dalla Francia e di riavvicinare il neonato regno all’Austria nonostante le tensioni ancora forti soprattutto a causa dell’irredentismo italiano e delle scorie delle guerre risorgimentali.
Il sistema della Triplice Alleanza peraltro si sarebbe allargato nel corso degli anni seguenti, grazie alle intese raggiunte fra Romania-Germania e Italia-Spagna: l’impero tedesco, è ormai sempre più evidentemente il perno degli equilibri sul Vecchio Continente.
L’importanza diplomatica raggiunta da Bismarck si avverte in maniera plastica nel 1884, quando il Cancelliere, ormai sempre più pronto a scongiurare l’esplodere di possibili conflitti, convoca un nuovo Congresso a Berlino per discutere le questioni sorte nell’ambito dell’espansione coloniale in Africa. Come si sa, il Congresso divenne sostanzialmente il tavolo intorno al quale le potenze europee si sedettero per spartirsi il continente africano.

Il trattato di contro-assicurazione

Il gioco di alleanza intessuto negli anni da Bismarck non deve far credere che quello messo in piedi sia un sistema senza crepe e in grado di resistere a ogni scossone. Anzi, a reggere il sistema in un’Europa attraversata da crescenti tensioni, è soltanto un fragile equilibrio esposto costantemente a rapidi capovolgimenti: una fragilità che richiede un costante e abile lavorio di aggiustamento.
Fra il 1885 e il 1886 l’intera impalcatura sembra infatti venire meno a causa delle nuove tensioni fra Austria e Russia, scoppiate intorno a questioni riguardanti la Bulgaria. Il risultato di questo nuovo scontro è il mancato rinnovo dell’Alleanza dei Tre Imperatori. E mentre fra Austria e Russia esplode la crisi, si avvicina la data del rinnovo della Triplice Alleanza: rinnovo non scontato, visto il malcontento italiano per il primo accordo e un persistere di un aperto irredentismo che poco gioca a favore dell’alleanza italo-austriaco.
Nel 1887 Bismarck si trova dunque a giocare su più tavoli contemporaneamente: alla fine, riesce a mettere a segno quelli che sarebbero stati i sue due ultimi grandi colpi.
La prima partita il Cancelliere la chiude in Russia, dove viene chiuso un accordo segreto, il trattato di contro-assicurazione. Il trattato prevede la reciproca neutralità fra le due potenze in caso una delle due fosse entrata in conflitto con una terza forza. Ma, allo stesso tempo, vengono previste due eccezioni: ovvero la possibilità per la Russia di soccorrere la Francia in caso di guerra franco-tedesca e la possibilità per la Germania di venire in aiuto dell’Austria in caso di conflitto con la Russia. In pratica, con una sola mossa Bismarck scongiurava da un lato il rischio di un’alleanza fra l’impero zarista e la Francia e dall’altro la possibilità di una guerra fra Austria e Russia.

Mentre viene siglato il trattato di contro-assicurazione, Bismarck riesce poi a portare a casa il secondo risultato, ottenendo il rinnovo della Triplice Alleanza attraverso un sistema di accordi bilaterali a favore dell’Italia. Il trattato della Triplice viene infatti mantenuto inalterato, ma accanto a questo vengono presi due impegni: il primo, fra Austria e Italia, con il quale le due parti si impegnano a garantire compensazioni all’altra in caso di eventuale espansione territoriale nei Balcani; il secondo, fra Germania e Italia, con cui quest’ultima si garantisce il soccorso tedesco in caso di guerra con la Francia nel Mediterraneo.

La fine dell’era bismarckiana 

I due accordi del 1887 rappresentano l’acme del sistema bismarckiano: la Francia è sostanzialmente isolata sul continente europeo, i rapporti anglo-tedeschi rimangono buoni, i rischi di conflitti fra Austria-Russia o Austria-Italia appaiono scongiurati.
Nel 1888 in Germania sale però al potere un nuovo imperatore, Guglielmo II. I contrasti con l’ormai anziano cancelliere non tardano a farsi sentire, sia sul piano di politica interna (Gugliemo II è fautore di una linea meno repressiva di quella adottata e prospettata dal cancelliere) sia su quello della politica esterna: la linea perseguita da Bismarck viene infatti ormai ritenuta superata per una Germania che aspira a vedersi riconosciuto lo status di prima potenza sul continente.
Nel 1890 lo scontro fra i due si chiude con le dimissioni di Bismarck, che aprono le porte ad una politica estera tedesca più aggressiva e dinamica. Il crollo del sistema bismarckiano avrebbe fatto passare la Germania, nel giro di pochi, da centro equilibratore dell’Europa a principale nemico di un vasto schieramento di forze.


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