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Il “sogno americano” in California

Creato il 13 gennaio 2014 da Fugadeitalenti

“Non si trovava un californiano, per promuovere la California nel mondo? Boh… sta di fatto che ora lavoro per il Governatore del più grande Stato americano. Uno Stato che, se fosse sovrano, rappresenterebbe la nona potenza mondiale”.

E’ il “sogno americano” versione Terzo Millennio, quello che ci racconta Davide Bolognesi, 35enne capo del Dipartimento per le Relazioni con gli Investitori Internazionali dello Stato della California.

Una storia, quella di Davide, che sembra uscita da un romanzo. Laureatosi in Scienze Politiche, Davide parte una prima volta per gli USA per uno stage, prima di rientrare a Padova, nel 2005, per un Master in Commercio Internazionale. Un anno dopo è già in Gran Bretagna, per un Master of Philosophy a Cambdridge.

In Inghilterra rifiuta un dottorato, per trasferirsi all’Università di Bologna, dove trova posto come ricercatore: resta in quella posizione fino al 2010, poi si rende conto che -nella Penisola- la ricerca non è un settore che può offrire grandi prospettive di vita a un giovane con famiglia da mantenere.

Seguono svariate esperienze in azienda, che si rivelano deludenti, all’interno del settore marketing. Davide invia curricula su curricula, ma i risultati sono pari a zero. In Italia, per un giovane qualificato, non  sembra esserci posto neppure al fast food…

Fino a quando, nel 2012, arriva la svolta: Davide ottiene in tempi straordinariamente rapidi il visto per l’espatrio negli Usa (un vero miracolo). In pochi mesi, Oltreoceano, accumula esperienze da: cameriere, pizzaiolo e facchino. Fino a quando sente parlare di un bando, per un posto nel Governo californiano. Affronta una selezione con 300 candidati. E la vince. Ora è direttore dell’ufficio che segue le relazioni con gli investitori internazionali dello Stato della California. E rappresenta la California al Ministero del Commercio di Washington.

Ma non smette di pensare a come -sulla base della sua esperienza e del suo know-how- può aiutare il suo Paese di origine, l’Italia, a fare il salto di qualità: divenendo un Paese di “attrazione” di talenti e investimenti.

Ospite della puntata è Stefano Firpo, capo della segreteria tecnica del Ministero per lo Sviluppo: Firpo è una delle menti operative dietro al decreto sulle start-up e al progetto “Destinazione Italia”, che va proprio nella direzione indicata da Davide. Rendere l’Italia un Paese attrattivo. Mai come oggi il confronto on air è stimolante e foriero di idee su come cambiare -concretamente- il Paese.

Nella rubrica “Expats” torna l’appuntamento con la rubrica “Andata e Ritorno”: sia Aldo Mencaraglia che Lorenzo Pompei si focalizzano sull’uso dei social network quale strumento per: a) lasciare l’Italia e trovare lavoro all’estero; b) tornare in Italia e trovare lavoro, c) restare in contatto con l’ecosistema produttivo del Paese, anche dall’estero.

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La discussione di gennaio: Quanto considerate mediocre, anziana, poco istruita e legata a meccanismi prettamente relazionali e famigliari l’attuale classe dirigente italiana? E quanta parte di responsabilità ha -secondo voi- questa mediocrità nella fuga dei nostri migliori talenti all’estero? E’ giunto il momento di cambiare il modello di classe dirigente?

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Alla prossima puntata: sabato 18 gennaio, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!



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