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Il sogno dei Warriors si infrange in finale. Leinster vince 34-12 e conquista l’ultimo Pro12 griffato Rabo Direct

Creato il 31 maggio 2014 da Soloteo1980 @soloteo1980

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RDS (Dublino) – Leinster entra nella storia conquistando il secondo successo consecutivo in Pro12, impresa finora mai riuscita, battendo i Glasgow Warriors 34-12 nella finale della Royal Dublin Society di Dublino.
È stata una gara dai due volti, equilibrata nel primo tempo e decisa nella ripresa ma, contrariamente a quanto tutti si aspettavano, non nei minuti finali. L’approccio del secondo tempo dei Warriors è stata la chiave del match, perchè gli scozzesi, complice anche la grande pressione cui sono stati sottoposti da Leinster, non sono stati in grado di cambiare marcia al proprio gioco e sono rimasti schiacciato dall’esperienza e dalla sagacia tattica dei Dubliners.
Leinster merita il titolo, i Warriors, forse, non di perdere con questo scarto per quanto hanno mostrato finora, ma il risultato del campo – e stasera non c’è eccezione – è giusto e va accettato. Peccato solo che il trionfo sia stato in qualche modo oscurato dall’uscita dal campo di Brian O’Driscoll dopo poco più di otto minuto di gioco. Drico, comunque, lascia il rugby con un ultimo, strameritato titolo.

La gara entra subito nel vivo, coi Warriors che, sostenuti a gran voce dai 2500 tifosi giunti dalla Scozia (incuranti della netta inferiorità numerica e del gran caldo) spingono fortissimo. Un primo attacco viene fermato da un’irregolarità (un fallo in un raggruppamento) ma nella seconda occasione i Warriors vincono una punizione (fuorigioco) che Russell trasforma per il primo vantaggio, dopo poco più di tre minuto.

Leinster ovviamente, non fa scappare gli avversari e nell’azione successiva vince la prima mischia chiusa dell’incontro ma, anche per una sorta di gioco psiccologico, va in touche anzichè cercare i pali; la scelta, audace ed apprezzabile, non dà l’esito sperato perchè, vinto il controllo, Zane Kirchner perde l’ovale in avanti.

8’36″: il mondo (ovale) si ferma quando Brian O’Driscoll, barcollante, lascia il terremo di gioco alla sua ultima apparizione da giocatore. Ovviamnete, tutti avevano immaginato ben altro modo per celebrare l’addio di uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, ma il pubblico scatta in piedi a tributare, comunque, una doverosa standing ovation. Meno poeticamente, comunque, l’ingresso di Madigan cosí presto priva O’Connor di una delle sue armi migliori, ovvero la freschezza dell’imprevedibile trequarti nella ripresa.

I Warriors continuano ad attaccare, approfittando del momento difficile, emotivamente parlando, di Leinster e i tifosi scozzesi sugli spalti sembrano indemoniati. Nigel Owens assegna una punizione, dopo essersi comsultato col TMO, per un placcaggio alto di McCarthy su Seymour, lanciato in meta. Russell decide di piazzare e, con l’aiuto del palo, porta i Warriors sul 6-0.

La reazione di Leinster, adesso, è rabbiosa e decisa. I Dubliners chiudono i Warriors nei loro 22m, fase dopo fase, fino a trovare un varco nella miglior difesa del torneo sulla fascia sinistra d’attacco che il sudafricano Kirchner ha l’onore di finalizzare oltre la linea, per la prima meta del match. Gopperth è preciso dalla piazzola e Leinster passa a condurre (7-6).

Nel secondo quarto di gara i ritmi, fino ad ora altissimi, calano leggermente ma, fortunatamente, non l’intensità del match. I Warriors attaccano a testa bassa, ma ancora Kirchner è decisivo, con un placcaggio su Maitland, ad impedire l’offload del kilted-Kiwi sul compagno in sostegno. Quando Leinster riparte, però, è sempre pericoloso e gli scozzesi sono sempre costretti agli straordinari per fermare le loro avanzate. Infatti, anche loro fanno le spese della altissima fisicità del match, dovendo sostituire Hall e Fusaro prima della mezz’ora di gioco per infortuni, rispettivamente con Pat MacArthur e Leone Nakarawa.

Dopo qualche fase di gioco un pò confusa, con qualche mischia a rompere ulteriormente il ritmo, i Warriors passano in vantaggio, ancora con un piazzato di Russell (che punisce un mani in ruck irlandese poco dentro i 22m difensivi).
Quando il risultato sembra acquisito, almeno per quanto riguarda la prima frazione, Leinster trova la seconda meta.
Ancora una volta protagonista è Zane Kirchner che, servito da un offload di Madigan poco oltre la linea di metà campo, si fa quasi trenta metri palla in mano prima di scaricare sull’accorrente Shane Jennings che va in meta vicino ai pali. Gopperth trasforma per il 14-9. Nell’ultima azione, un placcaggio alto a metà campo manda ancora Russell dalla piazzola, che manda i Warriors a riposo con due soli punti di svantaggio ma con già tre giocatori sostituiti (ultimo a lasciare il campo Peter Horne, sostituito da Ruaridh Jackson).

Il secondo tempo si apre con ritmi decisamente ridotti, sia per lo sforzo profuso nel primo, sia anche perchè, con soli quaranta minuti a disposizione, ogni errore potrebbe davvero essere decisivo. E un errore, clamoroso e brutto, nonostante tutto lo commettono i Warriors. Gopperth, con un calcio maligno, trova una grande touche; MacArthur sbaglia il lancio, troppo lungo, con l’ovale che finisce nelle mani di Jennings. Il flanker di Leinster avanza qualche metro prima di scaricare su Cian Healy che, di prepotenza, si trascina un avversario contro il palo. Nigel Owens chiede l’intervento del TMO che, per fortuna degli scozzesi, vede un’irregolarità (Healy non poteva rigiocare l’ovale dopo il placcaggio) e annulla la marcatura, assegnando una punizione ai Warriors.

Gregor Townsend, a questo punto, decide di giocarsi subito la carta Matawalu pee cercare di cambiare l’inerzia del match, pericolosamente nelle mani degli irlandesi, togliendo Chris Cusiter un pò a corto d’ossigeno. È ancora Leinster, però, a rendersi pericoloso; Owens fischia un fallo contro gli scozzesi e Gopperth, nonostante la grande distanza, si incarica di calciare ma stavolta trova il palo e i Warriors respirano ancora.

Russell sbaglia due calci di avanzamento consecutivi, spedendo in entrambe le occasioni l’ovale direttamente in touche, ma il momento ‘horribilis’ dei Warriors si esaurisce qui. E, non va dimenticato, gli scozzesi, pur avendo subito il gioco di Leinster per un quarto d’ora, non hanno concesso neanche un punto agli avversari.

Al 55′ succede di tutto; prima Gopperth regala una mischia ai Warriors nei 22m difensivi irlandesi, calciando troppo lungo alla ricerca del territorio. I Warriors, vinta la mischia, avanzano fino ad un palmo dalla linea di meta ma quando l’ovale arriva a Matawalu, il mediano di mischia si tuffa per sorprendere gli avversari ma perde la palla in avanti. Leinster tiene viva l’azione e riparte, fortissimo, con un’avanzata di quasi sessanta metri; i Warriors difendono bene, ma Madigan calcia per se stesso e Seymour è costretto a calciare fuori per salvare la meta ma concede una mischia a Leinster. Il pack irlandese vince la sfida con quello scozzese, mandando Gopperth dalla piazzola a marcare i primi punti della ripresa.

Leinster capisce che, adesso, è il momento di congelare il match e gestire il possesso; i Dubliners, quindi, iniziano a passare attraverso le fasi e, complice anche un calo psico-fisico dei Warriors, mettono una seria ipoteca sulla vittoria finale quando Nakarawa non si trattiene e commette un’irregolarità “di frustrazione” in una ruck. Gopperth tiene i nervi saldi e e manda Leinster oltre il break, sul 20-19.

Parafrasando un verso di una canzone degli U2, “it’s not a hill is a mountain” quella che i Warriors devono scalare, a quindici minuti dalla fine, se vogliono impedire a Leinster di conquistare il secondo successo consecutivo, il quarto della loro storia.
Gli scozzesi non sembrano in grado di reagire ma, nonostante qualche errore di troppo, ci provano fino alla fine. Che arriva al minuto 74′, quando una bella ripartenza dei Dubliners viene chiusa da uno scambio Madigan-Kirchner che consente al sudafricano di realizzar la sua personale doppietta. Gopperth trasforma e il match si chiude qui. I Warriors non ci sono più e Leinster va in meta, poco dopo, per la quarta volta, con D’Arcy. Gopperth trasforma ancora, fissando il risultato sul 34-12 finale.

Leinster Rugby 34
Glasgow Warriors 12

Score: 3′ Russell cp (0-3), 12′ Russell cp (0-6), 16′ Kirchner m Gopperth tr (7-6), 34′ Russell cp (7-9), 38′ Jennings m Gopperth tr (14-9), 40′ Russell cp (14-12); 59′ Gopperth cp (17-12), 65′ Gopperth cp (20-12), 74′ Kirchner m Gopperth tr (27-12), 76′ D’Arcy m Gopperth tr (34-12).

Leinster Rugby: 15: Rob Kearney 14: Fergus McFadden 13: Brian O’Driscoll 12: Gordon D’Arcy 11: Zane Kirchner 10: Jimmy Gopperth 9: Eoin Reddan 1: Cian Healy 2: Sean Cronin 3: Mike Ross 4: Devin Toner 5: Mike McCarthy 6: Rhys Ruddock 7: Shane Jennings 8: Jamie Heaslip (C)
Panchina: 16: Aaron Dundon 17: Jack McGrath 18: Martin Moore 19: Leo Cullen 20: Sean O’Brien 21: Isaac Boss 22: Ian Madigan 23: Darragh Fanning

Glasgow Warriors: 15. Peter Murchie 14. Sean Maitland 13. Alex Dunbar 12. Peter Horne 11. Tommy Seymour 10. Finn Russell 9. Chris Cusiter 1. Gordon Reid 2. Dougie Hall 3. Jon Welsh 4. Jonny Gray 5. Al Kellock (Captain) 6. Rob Harley 7. Chris Fusaro 8. Josh Strauss
Panchina16. Pat MacArthur 17. Ryan Grant 18. Moray Low 19. Tim Swinson 20. Leone Nakarawa 21. Niko Matawalu 22. Ruaridh Jackson 23. Sean Lamont

Note: 20C, giornata di sole con vento quasi assente. Presenti in tribuna, tra gli altri, Ronan O’Gara, Isa Nacewa, il DoR del rugby scozzese Scott Johnson e il nuovo head coach della Scozia, Vern Cotter.

Primo tempo: 14-12
Man of the match: Sean Cronin (Leinster Rugby)
Spettatori: 19500 (sold out)
Arbitro: Nigel Owens (WRU)


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