Luca Ponzi, dalla banalità dei «Mostri normali» alla scoperta del vero assassino
di Mara Monti
L'omicidio è quello del dottor Carlo Rombaldi, chirurgo dell'ospedale di Reggio Emilia ammazzato con sei colpi di pistola vent'anni fa, davanti alla porta del garage del condominio in cui abitava. Spesso in polizia giudiziaria la strada che porta alla verità è quella più semplice, scrive Ponzi: in questo caso, sembrava scontato indagare sul vigile, che ai tempi abitava nello stesso stabile della vittima e possedeva una calibro 38, l'arma da cui sono stati sparati i proiettili mortali. Eppure, non è stato fatto nulla. Fino all'uscita del libro, che in questo come negli altri casi lascia intuire un possibile colpevole. Certo, non si tratta di undici requisitorie e l'autore, esperto di cronaca nera, appare ben consapevole del fatto che la professione di giornalista e d' investigatore vanno tenuti rigorosamente separati. La polizia giudiziaria dispone di ben altri poteri e di ben altre informazioni rispetto a chi i delitti deve raccontarli. Negli Stati Uniti non mancano i casi in cui giallisti di fama vengono coinvolti nelle importanti inchieste giudiziarie, affinché interpretino con occhio disincantato e un pizzico di fantasia gli elementi raccolti, tentando di dare loro un'interpretazione. E' quello che ha cercato di fare Luca Ponzi, riordinando frammenti di esistenze e materiali delle inchieste rimaste senza il colpevole, appunto "cold cases". Ogni omicidio rappresenta così il pretesto per descrivere un piccolo mondo di provincia, con i suoi pregiudizi e le sue miopie. Eclatante è la storia che apre il volume, quella di Sandra Sandri, sparita nel 1975, quando aveva undici anni, dal centro di Bologna. Di lei non si è più saputo nulla, non è stato mai trovato il cadavere. Eppure, è chiaro sin dall'inizio che Sandra è stata vittima di un pedofilo, il cui nome e cognome era emerso già cinque giorni dopo il rapimento. Sono undici storie di morte concentrate in Emilia Romagna, per una collana che Mursia ha dedicato ai gialli italiani irrisolti. Sono casi anche datati, il primo risale al 1975, che oltre alla regionalità hanno un altro denominatore comune: le vittime sono tutte persone che hanno condotto esistenze tranquille, senza alcun punto di contatto nemmeno con gli ambienti della malavita locale. E questo ha portato l'autore a ragionare sulle figure degli assassini, che ha immaginato come Mostri normali, gente, scrive Ponzi "che potremo trovarci davanti in qualsiasi festa di paese". Anche perché quasi tutti sono ancora liberi. Luca Ponzi, Mostri normali, Storie di morte e di altri misteri, Pagine: 176, www.mursia.com