Mattino. Mi attedia da qualche giorno uno stato malinconico, triste e sonnolento. Direi :<>, se non fossimo a maggio. Decido di aprire in modo “divinatorio” il primo libro di poesie pescato in modo altrettanto “divinatorio” dalla libreria.*
Questo è quel che ne esce.
Il Sonnellino
Giovanni Pascoli, Canti di Castelvecchio
Guardai, di tra l’ombra già nera,
del sonno, smarrendo qualcosa
lì dentro: nell’aria non era
che un cirro di rosa.
.
E il cirro dal limpido azzurro
splendeva sui grigi castelli,
levando per tutto un sussurro
d’uccelli;
.
che sopra le tegole rosse
del tetto e su l’acque del rio
cantavano, e non che non fosse
silenzio ed oblìo:
.
cantavano come non sanno
cantare che i sogni nel cuore,
che cantano forte e non fanno
rumore.
.
E io mi rivolsi nel blando
mio sonno, in cerca di rosa,
cercando cercando cercando
quel vecchio qualcosa:
.
e forse lo vidi e lo presi,
guidato da un canto d’uccelli,
non so per che ignoti paesi
più belli…
.
che pure ravviso, e mi volgo,
più belli, a guardarli più buono…
Ma tutto mi toglie la folgore…
O subito tuono!
.
ch’hai fatto succedere a un’alba
piaciuta tra il sonno, passata
nel sonno, una stridula e scialba
giornata!
.
da Giovanni Pascoli, Canti di Castelvecchio, Arnoldo Mondadori Ed., 1953.
[Prima edizione 1903-seconda 1907- edizione postuma 1912].
Fondazione Giovanni Pascoli: http://www.fondazionepascoli.it/sitepascoli/pub/index.asp
* il metodo di ricerca “Divinatorio”, come mi insegna una cara amica molto esperta in questa arte, consiste nel creare un rapporto mistico con l’oggetto ricercato, attraverso una breve meditazione a occhi chiusi, che guiderà la mano a trovare l’oggetto stesso.
In parole semplici: “darci a caso”.