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Vinterberg pare essere affezionato al tema delicato della pedofilia, a suo tempo elemento portante e rivelatore delle crepe crudelmente fotografate in Festen, forse il migliore dei film Dogma.Ora sembra sovvertire il punto prospettico, riuscendo a costruire un racconto in cui è la comunità a convincersi ottusamente del sospetto generato dalla innocente bugia di una delle bambine della scuola, facendo scaturire la rabbia e i rancori, forse sopiti di un gruppo sociale, fino a quel momento apparentemente scevro da preoccupazioni.Un film decisamente duro, che riesce ad infastidire per la sua capacità di fotografare le dinamiche sociali del gruppo, pronto a puntare il dito senza alcuna remora nei confronti di colui che sino a quel momento era visto come persona amica e fedele alla serenità del gruppo d'appartenenza, destinato all'emarginazione suo malgrado.Vinterberg riesce a mantenere un equilibrio notevole, senza sbavare o strafare con i sensazionalismi e la violenza, grazie anche al valido Mads Mikkelsen, capro espiatorio accettato consapevolemente dal gruppo, sino ad un finale di un'amarezza sconfinata, che sovverte il senso e la percezione sinora avute del sospetto indicato nel titolo, permanenendo dolorosamente nello sguardo spettatoriale.