IL SU-POST DEL SABATO. Fantasmi a Milano appendono manifesti pro-Silvio. La Thyssen:fu omicidio. A Gaza si muore per la pace
Creato il 16 aprile 2011 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
PillolaFrancesco Coco, Vittorio Occorsio, Riccardo Palma, Girolamo Tartaglione, Emilio Alessandrini, Vittorio Bachelet, Girolamo Minervini, Guido Cavalli e Mario Amato. Sono nomi che ai giovani probabilmente non dicono nulla ma per chi ha vissuto il periodo del terrorismo risuonano ancora come un appello fatto con un elenco di morti. Sono i giudici che le Brigate Rosse (e le associazioni benefiche similari) “giustiziarono” con un colpo di pistola e all’occorrenza anche due o tre. Sono i colleghi delle “toghe rosse” che oggi cercano di mantenere ancora un minimo di legalità in un paese che è andato alla deriva da vent’anni e che nessuno si decide di venire a salvare. A trent’anni di distanza, i supporters di Berlusconi hanno deciso di giustiziarli un’altra volta, questa volta offuscandone la memoria con il paragone vergognoso che hanno fatto fra i loro carnefici e i colleghi in trincea. Secondo i tifosi di Silvio i magistrati sono, insomma, uguali alle Brigate Rosse e chi sarebbe la loro vittima innocente, ed eccellente, da “giustiziare”? Ma il presidente del consiglio, ohibò! A Milano, all’improvviso, sono apparsi alcuni manifesti anonimi, o meglio firmati da una fantomatica “Associazione dalla parte della democrazia” di cui non si conosce l’indirizzo, lo statuto, il codice fiscale né tantomeno il nome del presidente, che paragonano appunto i magistrati della capitale lombarda ai macellai delle BR. Stravolta, ancora una volta pro culo Silvii, la storia di questo paese, potremmo dire che i fantasmi membri dell’Associazione hanno preso spunto per i loro deliri dal titolo di prima pagina del “Giornale”, ma sarebbe fare un torto agli spin-doctor del Capo, gli unici in grado di elaborare frasi e slogan di pessimo gusto e cotanta violenza. Ascoltati in proposito, Daniela Santanchè e Mario Mantovano (gli agit prop dei pensionati di Villa Sorriso autotrasportati davanti al palazzo di giustizia milanese con Viagra e pannoloni a corredo), hanno decisamente smentito di celarsi dietro l’associazione, mentre l’assessore Maurizio Cadeo ha negato che gli spazi nei quali sono apparsi i manifesti siano di proprietà del Comune di Milano. Resta il fatto che i manifesti ci sono, che qualche mano pietosa ha provato a strapparli e che, come sempre, si è avuta la conferma che la morale berlusconiana è il perfetto contrario di quella comune. A gente che ha trasformato un pluriomicida mafioso spacciatore di droga (Vittorio Mangano) in un eroe, non costa nulla far passare i magistrati per terroristi. E non si chiama schizofrenia, è qualcosa d’altro. È un colpo di stato cari D’Alema, Bersani, Violante, Renzi e ammennicoli vari, un vero e proprio colpo di Stato. E fra un po’ arriveranno anche i carriarmati.PillolinaÈ una sentenza storica, altro che palle! Nonostante gli sforzi sovrumani di Maurizio Sacconi di bruciare lo Statuto del Lavoratori e approvare in tempi rapidi quello dei Padroni, il tribunale di Torino ha detto chiaro e tondo che i dirigenti della Thyssen Group sono dei pericolosi omicidi volontari. 16 anni di galera per l’ad Harald Espenhahn; tredici anni e sei mesi ai dirigenti Gerald Priegnitz, Marco Pucci, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri; dieci anni e dieci mesi (pena superiore a quella richiesta dall’accusa), all’altro dirigente Daniele Moroni. Quella della Thyssen è stata un bruttissima storia di calcolata brutalità padronale, e la fregatura è che siamo costretti ancora una volta a scrivere un elenco di morti. Due in un solo articolo sono davvero tanti ma forse è giusto che gli italiani sappiano e meditino. Rocco Marzo, Angelo Laurino, Antonio Schiavone, Roberto Scola, Bruno Santino, Rosario Rodinò e Giuseppe Demasi. La loro unica colpa è quella di essere usciti una mattina per andare al lavoro e di non essere più tornati a casa. In questo caso “Chi l’ha visto?” non ha potuto fare alcun miracolo.SuppostaVittorio Arrigoni, giornalista e volontario per la pace a Gaza, è stato torturato ed ucciso da integralisti vicini ad Al Quaeda. Questa la versione ufficiale, quella che risulta anche dal video pubblicato su YouTube ma, e un ma c’è, Arrigoni era particolarmente avversato anche dagli estremisti ebraici, quelli che combatteva facendo da scudo umano durante le incursioni sioniste nei campi profughi. Nel 2008, alcuni di loro avevano perfino messo, via internet, una taglia sulla sua testa perché Vittorio aveva denunciato l’uccisione dei civili da parte dell’esercito israeliano nel corso dell’operazione “Piombo fuso”. Non è la prima volta che da quelle parti gli interessi degli estremisti delle opposte fazioni coincidono. Lo sappiamo per esperienza personale e per il marchio di “unwanted” che ci siamo orgogliosamente portati appresso per un po’. Hamas gli aveva concesso la cittadinanza onoraria, ma di fronte ad interessi contrapposti che diventano comuni non c’è nulla da fare, la morte prima o poi arriva. Ma che bella giornata!
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