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IL SU-POST DEL SABATO. Il bluff della giustizia, lo tsunami in Giappone e nelle scuole elementari italiane

Creato il 12 marzo 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
IL SU-POST DEL SABATO. Il bluff della giustizia, lo tsunami in Giappone e nelle scuole elementari italiane Pillola Ma di cosa stiamo parlando? Del teatrino che Silvio-Mangiafuoco ha messo in piedi con l’aiuto di Pinocchio-Alfano e di Lucignolo-Ghedini o di una farsa di Pathelin con finale drammatico shakespiriano? Comunque la si voglia considerare, la epocale riforma della giustizia confezionata dal presidente del consiglio più indagato del mondo e dai suoi complici, sembra più l’ennesima mise-en-scène di un teatro di giro che una proposta di riforma costituzionale seria. Insomma, non ci riportano i conti, intesi come mesi, giorni e ore necessari per la sua entrata in vigore. L’approvazione della riforma si porterà appresso due letture del testo alla Camera e due al Senato che, solitamente, considerato che Silvio non gioca da solo ma ci sono anche (o dovrebbero esserci) le opposizioni, comporteranno tempi tecnici lunghissimi fra emendamenti, ostruzionismi, mancanze di numero legale, matrimoni e funerali di deputati e senatori, appuntamenti con le amanti, qualche escort e una decina di trans, cure dentarie, lifting, ricoveri presso centri di disintossicazione e beauty-farm. Terminate le letture la riforma dovrà essere votata ma, modificando una parte della costituzione, non basterà più la maggioranza qualificata, occorreranno i due terzi dei votanti, percentuale che allo stato delle cose non esiste. Mettiamo che il trio belli capelli Casini-Fini-Rutelli decida di dare una mano al governicchio e di approvarlo, il “pacchetto” riforma (da non confondersi con il pacco e contro pacco della truffa napoletana trattandosi di truffa padana), dovrà essere sottoposto a referendum popolare per il quale non sarà necessario il raggiungimento di nessun quorum il che, se le statistiche sono attendibili visto che non si parla di sondaggi, significherà che la riforma epocale lo sarà solo per i tempi titanici occorsi per la sua liquidazione. Dopo questa lunghissima premessa ci poniamo una domanda: ma allora, a che pro Silvio l’ha messa in piedi facendo fare gli straordinari ad Alfano e a Ghedini? Semplice, attaccare la magistratura in un momento in cui la magistratura rappresenta il suo principale all’ostacolo verso l’Impero. È in corso, qualora non si sia ancora capito, un’operazione di delegittimazione di un potere costituzionale dello Stato come mai era accaduto in precedenza. Perché la riforma? Perché la magistratura fa schifo, perseguita i cittadini, li spia nella loro privacy, ha tempi processuali lunghissimi e gode di privilegi medievali. Queste le ragioni subliminali con le quali Berlusconi tenta di condizionare ancora una volta l’opinione pubblica e far passare gli show, ai quali probabilmente darà vita nell’aula bunker del tribunale di Milano, come legittime proteste di un combattente per la giustizia vera e la libertà. E così, da imputato, Silvio potrà fregiarsi del titolo di “perseguitato” ottenendo, in un sol colpo, anche di mettere sotto ricatto i magistrati i quali si troveranno a giudicare l’uomo che sta per distruggerli, psicologicamente un impatto devastante. La casalinga di Abbiategrasso e il camionista bresciano penseranno all’unisono: “Lo stanno processando perché vuole togliere i privilegi alla magistratura”. Un colpo da maestro dell’inganno. PillolinaAbbiamo negli occhi le immagini che arrivano in diretta dal Giappone, una specie di “terremoto minuto per minuto” che ci fa capire la potenza della comunicazione ai tempi dei satelliti. Lo tsunami di Fukushima è visibile in televisione come se stesse accadendo a quattro passi da noi, tanto che i più suggestionabili potrebbero sentire anche la terra muoversi sotto il divano sul quale sono comodamente seduti. Potenza delle immagini e della realtà vera, quella che una volta veniva raccontata da inviati i cui articoli si potevano leggere solo il giorno dopo sui giornali. Una scossa da 8,9 gradi della scala Richter è quasi l’apocalisse, la distruzione totale delle cose e degli esseri viventi e nonostante il Giappone sia da sempre una delle nazioni più a rischio del pianeta e meglio dotate in caso di calamità naturale, la forza del sisma, e dello tsunami che ne è seguito, lo ha messo lo stesso in ginocchio. I dati sulle vittime sono discordanti, troppo presto per tirare somme, ancora troppe zone isolate per stilare un primo, sommario bilancio. Probabilmente il numero di 1000 morti è destinato a salire vertiginosamente eppure, nonostante il dramma di questo momento e la violenza della natura, le prime testimonianze ci parlano di un popolo “impaurito sì ma niente affatto agitato” e in grado di far fronte senza attacchi di panico agli eventi. In maniera molto cinica, e di questo ci scusiamo, ci siamo chiesti cosa sarebbe accaduto a L’Aquila se invece dei 6,3 gradi Richter registrati dai sismografi, il terremoto avesse avuto la stessa intensità di quello giapponese. Fuor da ogni polemica e da ogni valutazione tecnica, che non ci compete, lasciamo la nostra domanda senza risposta.SuppostaL’inglese non serve a una mazza, gli italiani hanno bisogno della religione. Continua il massacro Gelmini della scuola. Questa volta se l’è presa con le elementari. Il tanto propagandato maestro unico, quello che doveva continuare nel tempo la tradizione romantica della “maestrina dalla penna rossa”, non va. Torneranno i tre maestri (due in qualche caso, quattro in altri) che dovranno comunque sopperire al megataglio di 28mila cattedre. Insieme al mito del maestro unico ne cade un altro, quello rappresentato dalla “I” come “Inglese”. La lingua che apre le porte del mondo, potrà essere insegnata anche da insegnanti non specialisti per un’ora alla settimana. Questo significa che prima di pronunciare correttamente e comprendere il significato di “thecatis onthe table” passerà almeno un intero anno scolastico. La cultura secondo B. E infatti alla religione saranno dedicate due ore, una in più che all'inglese.

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