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IL SU-POST. Sabato di riflessione dopo il Trivial Pursuit. Silvio vuole farsi anche la trebisonda

Creato il 14 maggio 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
IL SU-POST. Sabato di riflessione dopo il Trivial Pursuit. Silvio vuole farsi anche la trebisonda Pillola Conclusione della campagna elettorale di Silvio Berlusconi a Napoli: la città di Pulcinella e di Totò. Di Pulcinella Silvio incarna la furbizia e, come la maschera più famosa d’Italia, anche lui è alla continua ricerca del piatto di spaghetti per placare la sua proverbiale fame. Solo che, al contrario di Pulcinella, la fame di Silvio non è fisica ma psicologica, si chiama bulimia da potere e non da pastasciutta il che qualche danno, onestamente, lo provoca, soprattutto a chi non ne vuole sapere di consegnargli una nazione senza prima incazzarsi almeno un po’. Pulcinella, nella sua ricerca affannosa di cibo, attizza l’ingegno, sublima il raggiro, ama lo sfottò e, sotto sotto, si ritiene più intelligente dei gonzi con cui giornalmente traffica. Anche Silvio attizza, non l’ingegno ma altre particolarità anatomico-riproduttive; sublima il raggiro non improvvisando ma pianificandolo scientificamente; ama lo sfottò da caserma, da bar dello sport, da leghisti ubriachi nella piazza di Adro e non quello elegante della maschera napoletana per antonomasia e, inutile riaffermarlo, si ritiene più bello, figo, onnipotente e intelligente degli altri non perché lo sia ma solo perché se lo può permettere (pagando). Da Totò mutua solo il “Vota Antonio”, perché per il resto le differenze sono abissali. Con questi presupposti, il presidente del Consiglio è andato a Napoli per sostenere la candidatura di Gianni Lettieri, la controfigura formato municipale di Nicola Cosentino. E non ha perso l’occasione per dimostrare al popolo plaudente (controfigure pagate con il piatto di pastasciutta di cui sopra), quale sia il suo effettivo spessore culturale e morale e le caratteristiche che lo contraddistinguono: l’illegalità e la volgarità. Con tutta la nostra umana solidarietà non riusciamo a comprendere le ragioni delle proteste dei costruttori abusivi di case. È vero che la Santanchè li definisce “poverini che rischiano di ritrovarsi da un giorno all’altro in mezzo alla strada” ma, ci chiediamo, nel momento in cui hanno costruito la loro casa abusivamente, a cosa pensavano? Sapevano che il progetto era abusivo che il terreno non era di loro proprietà, che esiste un piano urbanistico e che per costruire un’abitazione occorre la licenza? Se tutto ciò è stato disatteso la colpa di chi è, della legge o di chi l’ha violata? Il disprezzo di Silvio per la legge è disarmante, ormai non più aggettivabile. È arrivato al punto di delinquere a prescindere, un po’ per dispetto e un po’ per dimostrare di essere sopra di tutti quando perfino i vassalli, i valvassori e i valvassini avevano regole da rispettare. E poi, sapete perché la Iervolino è sempre incazzata? “Si alza la mattina – ha detto Silvio – si guarda allo specchio e non può fare a meno di incazzarsi”. Meno male che non ha detto “Dopo la barba”.PillolinaLetizia Moratti, colei che rischia di far perdere a Silvio il dominio su Milano, è disperata. Nella corsa all’ultimo voto che sta facendo per andare almeno al ballottaggio, la Batman Mom si è incontrata anche con Mattia Calise, il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle, un ragazzino di vent’anni al quale ha detto che molte delle istanze del suo gruppo politico lei è pronta a recepirle. Mattia, evidentemente emozionato per cotanto privilegio, si è dimenticato di fare alla sindaca uscente e speriamo non rientrante, la battuta del suo leader: “Gianmarco Moratti pur di togliersela dalle palle – dice infatti Grillo nei suoi comizi/cabaret – le ha dato 12 milioni di euro e le ha detto: ‘vai a fare il sindaco’”. Chissà come Donna Letizia l’avrebbe presa.SuppostaAncora Beppe Grillo. Secondo noi è stato punto da qualche insetto non meglio identificato, altrimenti non si capisce da dove gli derivi tanto astio nei confronti della sinistra. L’ultima volta che ha provato a dialogarci è stato quando ha cercato di presentarsi alle primarie del Pd. Ottenuto un cortese ma fermo rifiuto, ha iniziato la sua personale battaglia contro tutti coloro che in qualche modo la rappresentano. L’ultimo a farne le spese è stato quel leader con la zeppola che risponde al nome di Nichi Vendola (fino a poche settimane fa il suo bersaglio preferito era l’ex pm Luigi De Magistris dell’Idv). Nel suo comizio-delirio di Bologna gli ha detto chiaro e tondo “At salut buson” che non traduciamo per non offendere Vendola, visto che l’intelligenza Grillo l’ha mandata al macero da un po’ insieme ai suoi rifiuti differenziati. Grillo anarchico? Ma per carità diddio. L’anarchia è una cosa seria non una gag da popolino credulone. E poi, onestamente, non ci fa più ridere da quando ha deciso di seguire il Lenny Bruce della fase post processuale, più un maniaco depresso che un comico.

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