Il vero motivo percui il peer-2-peer, i files torrent, il download illecito in generale hanno inferto un colpo mortale alla fruizione legale delle opere intellettuali non sta tanto nel fatto che la pirateria è gratis mentre, come accaduto negli Stati Uniti, l’editoria si preoccupa solo di fare cartello economico e di allearsi in associazioni pseudomafiose per alzare i prezzi in maniera ingiustificata. No, io credo che il vero successo del free download stia in primis nel suo saper battere alla grandissima il rivale quanto a velocità, scaltrezza, e capacità di essere sempre al passo con ciò che è nuovo.
Già più di una volta ho lamentato, su questo blog, l’astuta pigrizia degli editori italiani che fanno tutto il possibile per rallentare al massimo la conversione dei loro cataloghi cartacei in ebook, e la conseguente penuria di titoli che ancora nel nostro paese è costretto a riscontrare chiunque, possedendo di un reader digitale, voglia scegliersi le proprie letture in base al proprio gusto e non partendo da ciò che le major hanno deciso di offrirgli.
Non c’è una logica comprensibile, nella creazione dei cataloghi ebook: Feltrinelli, RCS, Mondadori e moltissimi altri mettono in vendita ebook circa il 30%-40% delle loro novità letterarie, e questo non trova un senso in nulla se non nel tentativo di controllare ancora un minimo un mercato che sta sfuggendo loro di mano.
Ma, come dicevo, i pirati sono molto più rapidi, più abili, più attenti al nuovo. Così capita spesso che un libro non disponibile in formato digitale presso i rivenditori ufficiali sia tranquillamente reperibile su siti di download illegale.
E allora mi spiace, ma a dispetto di tutte le regole etiche che uno può darsi, la tentazione è troppo forte. Impossibile resistere alla possibilità di leggere esattamente il libro che si voleva leggere, di poterne usufruire esattamente nel formato digitale compatibile con il proprio reader, e di riuscire a far tutto ciò senza spendere un centesimo.
Gli editori che fanno cartello, o anche quelli che fanno solo resistenza, si meritano di vedersi portar via l’argenteria da casa senza che questo ingeneri nel ladro il minimo senso di colpa. Dispiacere, tutt’al più, e forse anche dolore. Ma dolore scatenato da una scelta altrui, non certo da una propria.
Insomma non veniteci a dire che sono stati i pirati ad uccidere il mercato e le aziende editoriali. Mi sembra palese che si sta accusando il soggetto sbagliato, e che quello che a un primo impatto può sembrare un efferato assassinio è stato in realtà un suicidio volontario e a lungo meditato.