Magazine Cultura

Il talento se ne infischia del Parlamento

Da Marcofre

C’è un interessante post di un editore che da anni guida una piccola casa editrice di Lecce. Ne avevo già scritto in passato: si tratta de I Sognatori.

L’argomento affrontato dal post riguarda lo scrittore esordiente, o meglio: l’amor proprio che costui sfodera a ogni occasione. Per come la vedo io.

Con o senza Web, il 95% degli scrittori esordienti resteranno tali. Perché non possiedono talento; perché non conoscono cosa sia la disciplina; perché sanno già tutto e non hanno bisogno di imparare nulla, in quanto baciati in fronte da… da chi poi?

Senza contare quelli che sanno scrivere in un buon italiano, ma sono del tutto incapaci di costruire una storia, scolpire i personaggi, gli ambienti, creare un intreccio almeno credibile, o un dialogo decente. Forse potrebbero arrivare da qualche parte, ma sono troppo impegnati a dimostrare di essere vittima di un complotto colossale, per costruire qualcosa di buono.

L’1% sono i fuoriclasse: all’interno di questa percentuale metti pure i tuoi autori preferiti. Io ci infilo De Lillo, Cormac McCarthy, Garcia Marquez, Dickens, Tolstoj… A ben vedere, sono costoro che spingono la letteratura, rendono questa forma d’arte così potente.

Poi c’è un 4% di ottimi artigiani della parola. Non si tratta solo di autori di cassetta; ma di coloro che hanno azzeccato un buon titolo, e poi vivacchiano in una condizione di normalità, senza lo scatto capace di innalzarli al livello dei primi della classe. Succede; un editore che non crede in te, un editor che invece di seguirti, di stimolarti, di insegnarti, ti lascia da parte, e allora ti arrangi. Ma gli effetti di queste scelte si riflettono eccome sulla tua scrittura.

Non credo affatto che il futuro ci riserverà una valanga di scrittori; per i migliori ci saranno maggiori opportunità, questo è ovvio. Ma il crollo degli argini, che sino a ieri impediva a tanti di provarci, NON produrrà un aumento degli scrittori di qualità.

Il talento se ne infischia del popolo, del Parlamento e della democrazia.

Provo a continuare il ragionamento.

Nel post in questione, si parla anche del Sistema (editoriale); come si ripete da più parti, è marcio, cattivo, insolente, eccetera eccetera.

In parte sarà vero, ma in questa idea c’è anche la rabbia e il rancore per essere sistematicamente scartati. Poi l’editore, astuto, ci mette del suo, come si dice; pubblicando libri di ricette per esempio.

L’ho già scritto in qualche post precedente. Se è tutto marcio, e sporco, la soluzione esiste, e si chiama: “rimboccarsi le maniche”. Non dico di creare una casa editrice, ma di usare il Web per dimostrare che gli editori si sbagliavano.

Per favore, nessuno dica che ci vuole tempo: è ovvio. Mica vorrai che nel giro di tre mesi il Corriere della Sera si accorga di te, vero?

E ricordiamoci che no, non c’è alcuna garanzia che agendo in una certa maniera, si otterrà qualcosa. Se manca il talento e la disciplina, non arriverai da nessuna parte.

Certo, è una strategia con almeno un grande difetto: non permette di avere molto tempo per continuare a lamentarsi degli editori cattivi.
Questo è uno dei motivi per cui molti, preferiscono i lamenti, all’azione.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :