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Il tallone di ferro dell’oligarchia – Aleksandr Bashirov

Creato il 10 novembre 2011 da Maxscorda @MaxScorda

10 novembre 2011 di Lascia un commento

Il tallone di ferro dell'oligarchia
Cosa resta della Russia dopo quasi dieci anni dal crollo dell’impero sovietico?
A sentire Bashirov poco, molto poco, talmente poco da sentirsi in dovere di mettersi davanti e per la prima volta dietro la telecamera e dare cosi’ vita a un professore rivoluzionario o forse controrivoluzionario nella confusione di una nazione da ricostruire.
Dal fascino irresistibile, propugna le sue idee a donne giovani e meno giovani, a lavoratori e baristi, fauna varia che ha voglia di ascoltare le sue idee su scioperi e degrado morale di una politica in mano a pochi.
La follia lo sostiene, la determinazione lo esalta, il "Tallone di ferro" di London lo giustifica e quale sottile ironia nel cercare una rifondazione russa nel testo di un americano dall’idee tra il liberale e il socialista che pero’ non rinuncio’ ad esaltare Spencer nella figura prerandiana di Eden e comprarsi yacht da decine di metri.
Nella contraddizione puo’ facilmente ritrovarsi il desidero di un ordine antico che puo’ persino creare nostalgia se rapportato alla liberta’ caotica e anarcoide guadagnata.
Un eroe randiano quindi contro ogni forma di potere, vecchia e nuova che sia, anche quelle nate dalle ceneri collettiviste del socialismo sovietico?
A quanto pare si se l’urlo e’ contro i nuovi padroni russi ma rivolto anche al vecchio apparato comunista cinese, se la nuova mafia nasce dalle ceneri dell’antica struttura di controllo e l’omicidio il piu’ efficace tra le misure coercitive.
Il color seppia e’ di un verismo sokuroviano che trascende l’omaggio ma non c’e’ molto altro in comune col grande maestro, non la regia e tantomeno la leggerezza soave che forse per scelta o piu’ facilmente per arte, qui non lascia traccia.
A molti e’ piaciuto, a me resta piuttosto indifferente, piu’ potente nel testo e nell’interpretazione che nell’intenzione filmica. Comunque un buon esordio.

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