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il tè delle bidelle

Creato il 03 dicembre 2008 da Luci

anche ieri schwester annette mi è venuta a prendere per farmi fare l’aerosol.

sono uscita dall’ufficio, per dieci minuti e ho lasciato sulla scrivania un po’ di pensieri, documenti astrusi, mail da leggere, tabelle, disegni, rapporti.

mi ha fatto sedere, mi ha sorriso e mi ha porto il marchingegno.

e dentro l’infermeria di schwester annette mi sono ricordata di quando ero alle elementari e se a qualcuno di noi NI “sentiva la pancia” le bidelle ci preparavano il tè.

anita, mirella e patrizia. si chiamavano le mie bidelle.

e la “stanzina delle bidelle” era un porto franco, dove rifugiarsi.

“mi sente la pancia” non si dice! si dice “mi fa male la pancia”.

ma a lucca è così. la pancia “sente”. ein effetti è vero. la pancia sente tutto.

“che ti sente?”

“la pancia!”

quando sentiva la pancia era quasi sempre per via di un magone da bimbi. un brutto voto, la paura di un rimprovero, uno spintone che non si voleva ricevere, una penna persa, un appuntalapis regalato all’amico sbagliato.

e allora le bidelle ti vedevano arrivare, piccina, nel grembiule bianco e col fiocco blu.

nello stanzino qualche pianta, il calendario di frate indovino, il “tirreno” con la cronaca locale.

una volta mirella mi lesse il mio tema da “il tirreno” perchè avevo vinto una penna d’argento e lei era molto fiera di me. fu la prima a dirmelo. ma questa è un’altra storia.

dicevo dello stanzino delle bidelle.

nello stanzino delle bidelle non poteva succedere nulla di brutto. era una piccola pausa dal mondo, un rifugio di tè e marie da inzuppare prima di tornare in classe.

non capitava spesso. non si poteva in teoria.

ma nei casi di emergenza, tipo se la pancia sentiva forte forte allora sì.

e io sotto sotto sto sperando che il raffreddore duri qualche altro giorno.


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