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Il teatrino della politica

Creato il 24 marzo 2013 da Albix

Il teatrino della politicaStanotte ho fatto un sogno. Ero di nuovo scolaro e marinavo la scuola per il Paese dei Balocchi. Entrato nel teatrino delle marionette trovavo il palcoscenico occupato da uno schermo TV al plasma in alta definizione su cui venivano proiettati, tra le risate generali dei numerosi scolari presenti, i personaggi più buffi che uno si possa immaginare: le maschere della commedia dell’arte, al confronto, sarebbero dei dilettanti.

C’era Calsecchio, una specie di Angelo Branduardi (chiedo scusa al cantante della “Fiera dell’Est” ma è per descrivere il personaggio),  con quel tipo di capigliatura, folta, lunga e crespa, intendo dire, e con gli occhiali, alto e allampanato, che gira con un enorme secchio di latta, che definirei super tecnologico, perchè dentro  c’è di tutto: Calsecchio vi estrae I-pad ,I-pod, Smartphone, PC portatili di ogni tipo e misura, tablets, e-books ed altre diavolerie a me sconosciute (ma gli altri spettatori commentano a voce alta e con grida di entusiastica meraviglia i ritrovati che la Maschera estrae dal suo secchio magico e con i quali interagisce con estrema maestria); ma le risate arrivano quando dal secchio Calsecchio estrae la buffissima marionetta Crì-Crì; immaginate un pupazzo tondo e goffo, con un filo di barba bianca e gli occhi sporgenti, che urla con un buffo accento ligure invettive contro tutto e contro tutti: Gargantua, sei uno zombie! Brambiska,  ti faccio arrestare! Montecchia,  sei un affamatore del popolo! Marino,  sei un pirla! Giorgione svegliati! Bindola, sei l’ottava nana! Neuro, vai fuori dalle balle! Little John vattene a scuola! Arrendetevi, siete circondati!

Insomma, ce n’era per tutti.

Come evocati da Crì’-Crì, ecco apparire sugli schermi, in sequenza, tutti i personaggi della commedia dell’arte (quella politica, però),  citati dalla marionetta.

Ecco Brambiska, un specie di Eolo (chiedo scusa al settenano), ma senza barba e con capelli finti, così abile da riuscire a vendere pettini di ogni misura a figuranti calvi; sommerso dalle critiche, Brambiska non si scompone e piazza agli infelici pelati, ad un prezzo speciale (un suo assitente dall’accento siciliano ma dalla faccia losca li reclamizza al prezzo di tcexdue) delle splendide e variopinte parrucche, consegnando al contempo un flacone contenente una lozione magica in omaggio per la ricrescita dei capelli.

Neanche si sono spenti gli applausi e le grida di approvazione per Brambiska che compare sullo schermo Gargantua. Dirige un Lavasecco ultramoderno: la pubblicità recita a caratteri cubitali che lì si smacchia di tutto: volpi, renne siberiane, lupi maremmani, balene che ritornano bianche, agnelli e vitelli. Ma noi riusciamo solo a vedere Gargantua che estrae dalle sue macchine numerose pelliccie di giaguaro più maculate che mai! Allora che cosa ti inventa Gargantua: tra le risate generali si arma di vernice bianca e pennello e trasforma i diversi giaguari in bianco candido (che più bianco non si può, urla uno dei suoi assistenti di bottega).

Si torna seri con Montecchia: tipica maschera bergamasca (ma io preferisco Arlecchino);  al suo concittadino contende una certa millanteria, anche se ben camuffata da lauree, attestati e masters, che solo Little John può fregiarsi di battere. Montecchia infatti non fa una grinza: elegantissimo, robotico, imperturbabile; padroneggia italiano e inglese, con formule alchemico-economiche di sicura efficacia. Quello che però fa riscoppiare la bolgia in platea è il fatto  che le formule sanitarie di Montecchia in realtà mantengono, è vero, le promesse di risolvere  i problemi degli ammalati, ma le risolvono mandandoli dall’ospedale al cimitero! “Più risolti di così” commenta gelida la Maschera!

Sul più bello, però, mi son svegliato. Il sogno era svanito. Mi sono ritrovato sul divano con il telecomando in mano, con cui cercavo con disperazione, ma inutilmente, di cambiare canale!


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