Il teatro mette in scena il Genogramma

Spiriti. Immagini da “La casa degli spiriti” di Isabel Allende
Regia, arrangiamento testi e sceneggiatura:
Raffaella Bulgarelli, Anna Perna
Scenografie: Claudio Sgarbi, Maurena Lodi
Fotografie: Elena Sighinolfi
Voce solista: Gaia Camilla Sgarbi
Interpreti: Raffaella Bulgarelli, Nicoletta Corradini,
Angelo De Lorenzo,Stefania Malaguti, Alberto Melegari, Anna Perna, Beatrice Sangiorgi, Claudio Sgarbi.
Uno sfondo. Una geografia e una storia.
Eventi che si sviluppano intrecciandosi, elementi del reale e del soprannaturale, come gli spiriti, da cui il titolo.
E’ una storia che si colloca tra realtà e fantasia, tra esoterismo e razionalità attraverso l’incontro dei suoi personaggi: Clara la veggente, Esteban il padre padrone, Blanca la ribelle, Pedro il rivoluzionario, Ferula sorella e vittima, Transito la prostituta che cambierà il corso degli eventi. E poi due narratori che accompagnano gli spettatori tra le stanze e i luoghi della memoria: Isabel Allende e Pablo Neruda. Un percorso narrativo che vuole esplorare i chiaro scuri dell’animo umano che emergono da uno sfondo politico preciso, il Cile dagli anni Trenta fino al colpo di Stato.
La realtà del genere umano, rivisitata attraverso gli angoli più sensibili e fragili, appare un susseguirsi di immagini apparentemente sconnesse che trovano la loro collocazione solo attraverso la fitta trama della relazione tra gli eventi. I personaggi compiono azioni e prendono decisioni che non li lasciano mai soli, che producono conseguenze sugli altri personaggi, sulla storia, sulla vita politica. E’ un racconto al femminile, diretto al femminile attraverso la consecutio del tempo circolare, il tempo dell’accoglienza e della creatività necessarie per un impegno coraggioso e più che mai attuale.
E’ la storia di una famiglia, una delle tante famiglie, con i suoi miti e i suoi fantasmi, con le invidie, i ricatti, il bene. E’ la storia che si ripete di generazione in generazione perché il nostro evolverci non coincide necessariamente con l’essere del tutto consapevoli di quello che si fa, anche se inevitabilmente le azioni dei genitori si ripercuotono sui figli.
Questa messa in scena richiama l’albero genealogico o ancora meglio il Genogramma che a differenza del primo, serve a raccogliere informazioni sulla struttura della famiglia, sui singoli membri, le personalità, le dinamiche e le relazioni familiari.
Il genogramma è una rappresentazione grafica e narrata, eseguita spontaneamente dalla persona, e viene utilizzato nella terapia familiare, in quella individuale, nel counselling ed ha una funzione terapeutica oltre che di raccolta d’informazioni (come forma di anamnesi). E’ utile per comprendere e risolvere blocchi nella comunicazione e problematiche relazionali, e per osservare vecchie credenze, comportamenti familiari e ridefinire nuove modalità nelle relazioni.
Attraverso questo strumento si prendono in considerazione tre generazioni contemporaneamente in vita e tre ruoli (nonni, genitori, figli), ed anche figure particolarmente importanti, anche se non facenti parte della famiglia . L’insieme delle informazioni segue il filo dei ricordi del suo autore, secondo un percorso emozionale, più che logico e cronologico. Fornisce un rapido quadro d’insieme della struttura familiare, evidenziando l’intensità dei legami emotivi e come essi si evolvono attraverso il tempo; consente di prendere coscienza di accadimenti passati, vivendoli con consapevolezza nel qui e ora, costruendo così un “ponte sano” per il futuro.