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Il tempo dei sergenti

Creato il 17 giugno 2011 da Casarrubea

Il tempo dei sergenti

Concita De Gregorio

Circola da qualche tempo, e persisterà ancora un pò, la notizia, non si sa se fondata e quanto, delle imminenti dimissioni di Concita De Gregorio dalla direzione de “L’Unità”. La voce non lascia indifferenti ma per me è un segnale. Un brutto segnale. Concita De Gregorio  sarebbe costretta ad abbandonare la direzione del  suo giornale per cedere il posto a un sergente bersaniano di provata fede. L’inquadramento subentrerebbe alla voce libera della coscienza e della contestazione, il politichese alla politica, la logica di parte e di partito al libero gioco del pensiero critico. Può anche essere vero che il cambiamento sarebbe da collegare alla crisi dei giornali e al calo generale delle vendite, ma è anche vero che un’altra direzione non favorirebbe la risoluzione del problema  e che, pertanto, le ragioni di una nuova possibile direzione non avrebbero nulla a che fare con  le mutate intenzioni di Renato Soru, titolare della testata, che ha da tempo manifestato la volontà di cedere la proprietà della società editoriale.

La mossa cade dopo i referendum, ai quali il Pd si è accodato in processione, seguendo i flussi dell’onda lunga dei risultati elettorali delle amministrative, il termometro della nuova situazione in cui si viene a trovare l’Italia in questa fase di destrutturazione del berlusconismo, di entrata in crisi dei suoi paradigmi, dei suoi uomini e delle sue bussole. Se ne rendono conto tutti, tranne i Sancio Panza di turno, i Brunetta inferociti contro precari e fasce marginali, i Don Chisciotte alle  prese con i mulini a vento delle loro allucinazioni, i diversamente alti della politica. Non combattono questa volta per i loro ideali, ma per le  immaginarie creature del loro mondo onirico: paradisi perduti, sogni lontani dalla realtà mentre la terra frana  e con essa crolla tutto. Gli italiani e le loro “magnifiche sorti e progressive”.

In questa perdizione vi è un protagonismo irresponsabile trasversale alla politica. Al centrodestra in crisi, il centrosinistra non oppone una leadership in grado di far fronte alla situazione. Ciascuno serra le sue fila e si chiude a riccio mentre la barca affonda. Bersani come Vendola, con tutto il seguito dell’arcipelago della sinistra in vario modo denominata.

Attendiamo non si sa che cosa, mentre cresce ogni giorno il debito pubblico, si porta a termine l’attacco allo stato sociale, aumenta la disoccupazione giovanile, il futuro è sempre più grigio. L’importante è che ciascuno faccia quadrato e mentre affonda si senta al sicuro.

G.C.


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