Magazine Maternità
Alcune di voi mi avevano accennato la suprema bellezza di questo tipo di ecografia e io non posso che confermare. Ogni volta è un tuffo al cuore, certo, ma questa - ohoooo - non si batte. Ho realizzato, forse per la prima volta in modo così chiaro e inequivocabile, che dentro di me custodisco davvero un essere umano, un omino piccolo piccolo, perfetto nelle sue forme, in miniatura. Le gambe, che adesso sono cicciose, i piedini inarcati e puntati sulla pancia, le manine, che agitava come a salutarci, la panciotta tonda, in una parola lui: Simone. In due parole mio figlio. Mio Figlio. M-I-O-F-I-G-L-I-O. Naaaaa. Ancora non ci credo!
Quel giorno era a testa in giù, per farci vedere quanto è bravo, per mostrarci che conosce la posizione giusta per l'uscita, quella che dovrà assumere tra 4 mesi. Ma come dice sempre Mamma Nina: 'Prenditi pure tutto il tempo che ti serve, qua non abbiamo fretta!'. E per la verità questo tempo che resta serve anche a me, a rendermi pronta per lasciarlo andare, per farne dono al mondo. Ma ora no, non ne ho mai abbastanza, ora vorrei che il tempo rallentasse perché questa Pancia Farcita, che cresce sempre più, mi rende la donna più felice della terra. Anche perché ora si fa sentire di più e meglio, in modo chiaro e netto. Ora quando si muove io so con certezza che è lui che fa le manovre di assestamento. E mi si strizza il cuore a immaginarlo lì, dentro di me, piccolo 25 centimetri, che si agita e gioca. Ora le sensazioni sono inconfondibili. Ma non ha ancora abbastanza forza per arrivare a farsi sentire dal papà, ma so che è questione di poco e poi la magia avverrà. Lo sento soprattutto dopo i pasti, quando i sapori del cibo lo fanno esaltare. Ieri sera ad esempio, erano proprio dei colpetti dati con precisione, assestati nel centro esatto dell'utero. E Lui, il papà, che cercava di sentirlo, senza riuscirci, lo incitava e poi se la rideva di gusto, immaginando gli sforzi vani del Pivellino, mimava lui che spingeva e scalciava, con tutta la forza che aveva in corpo. Fino a cedere, esausto e rassegnato. Niente da fare, sarà per la prossima volta.
Abbiamo portato anche la suocera stavolta. Perché ci tenevo troppo a renderla partecipe fin da ora, perché so l'importanza di viverle di persona certe esperienze, che riferite e raccontante non hanno lo stesso impatto emotivo. E poi perché mi piace condividere la gioia e visto che non lo posso fare con mia mamma, ho però la possibilità di farlo con lei. Mi sembrava il minimo, visto che è anche di suo nipote che stiamo parlando. Lei era tesa ed emozionata, non ha mai visto un'ecografia in vita sua. Quando me lo ha detto mi è sembrato incredibile pensare a un tempo in cui tutta la gravidanza era vissuta senza nessuna finestra aperta su quel mondo liquido. Eppure si, lei è l'esponente di quella generazione che non ha mai beneficiato di uno sguardo in anticipo sui suoi futuri figli e neanche ne sentiva la mancanza. La fiducia, la serenità che provava, erano tutto merito suo, perché nessuna immagine o suono esterno arrivavano a confermarle lo stato di salute dei suoi bambini. Nessuna rassicurazione, solo la fede in sé stessa e nella natura. Ci vuole una gran forza ad affidarsi così, noi non ne siamo più capaci, per noi sarebbe inconcepibile, crudele e disumano. Noi, la generazione che solo 3 sono poche. Lei osservava incantata, come davanti al trucco di un mago, come forse i primi spettatori del Cinema Loumière. Lui non ha mai staccato la sua mano da me, dalla mia testa, dai miei capelli, dal mio viso. Ci siamo commossi, abbiamo riso, ci siamo stretti, abbiamo gioito all'unisono nel costatare che Pivellino cresce in modo armonico e i suoi organi sono a posto. Tutti. E poi a casa abbiamo festeggiato, anche col nonno. Che non c'è nulla come sapere che la Buona Stella di tuo figlio continua a splendere e a proteggerlo da lassù. Perché la paura e l'ansia ci sono e ogni volta è una boccata di ossigeno e aria nuova.
La morfologica è un esame lungo ed essendo Pive un bimbo comodone, lo è stata per noi ancora di più. Non si schiodava e quindi, per l'ultima fase dell'indagine il doc mi ha suggerito di uscire a fare due passi e a mangiare qualcosa di dolce. Pare che il pupo sia un golosone, anche per la premorfologica ha fatto la stessa storia: solo con la seconda colazione, al grido di ' Evviva gli Zuccheri!' si decide a spostare le sue egregie chiappette! Mica scemo lui eh! E perciò, dopo aver ammirato il cervelletto (ricordate il grido entusiasta di Lui: - C'è! - Bè lo abbiamo replicato), lo stomaco, i reni, la vescica, i polmoni, le ossa degli arti, la colonna vertebrale, per ultimo ci siamo gustati il cuore. Fa impressione, preciso al nostro, solo in scala ridotta. Due atri e due ventricoli che pompano sangue e vita in tutto il suo corpicino di Minucola Creatura. E io lì a chiedermi quale sia la Forza, l'Intelligenza che lo fa battere e pulsare, che permette a un corpo di accrescersi in modo così armonico e lineare, senza che nulla intervenga dall'esterno a guidarlo, a suggerirgli la via.
Sento che Simone ci sta dando una grande lezione di vita e l'ho capito venerdì, osservando la precisione di processi che vanno avanti e proseguono senza la necessità di un mio intervento: non importa quel che faccio o non faccio, lui è lì dentro che continua la sua corsa per la vita, indipendentemente da quel che accade fuori. Lui sa cosa deve fare, perché risponde a un ordine superiore e biologico. E questa nuova certezza mi lascia indifesa, mi fa sentire microscopica. Quel che ci insegna è l'importanza di affidarsi, senza opporre resistenze, senza forzare le cose. Ci sta chiedendo di continuare ad abbandonarci alla corrente, così come abbiamo fatto fin'ora, con fiducia e di seguire e assecondare il flusso degli eventi. Quel che deve avvenire avverrà secondo i suoi ritmi, quando i tempi saranno maturi. E' un po' come quando guardo i documentari, osservo i comportanti degli animali in natura, che seguono il loro istinto, la loro saggezza interiore. C'è una logica superiore che agisce e muove le cose, e noi ne siamo parte.
L'ultima immagine sullo schermo è stata quella del suo profilo, lasciata intenzionalmente come omaggio del doc. Io, Lui e la suocera imbambolati e increduli, col naso all'insù, ad ammirare lui che pareva lanciarci un bacino da lassù. Lui su quel monitor enorme, attaccato al muro. Lui che era contemporaneamente fuori e dentro di me. E ora ve lo presento, il Musetto dell'Amore, eccolo qui in tutto il suo dolce splendore
Ha dei lineamenti così delicati, un profilo così tenero, più lo guardo più vedo suo padre. Nella forma del naso, nelle labbra carnose e sporgenti. Più lo guardo e più penso che ha proprio la faccia da Simone. Se ero innamorata prima adesso cosa sono? Esiste una parola per esprimerlo?
(Se fai finta che quella macchia nera sia l'occhio - come all'inizio sta scema che sono IO pensava, con una certa inquietudine - allora pare un po' un alieno. Ma forse lo è davvero... chissà da dove viene...)
*
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