Un gruppo di studiosi dell’Istituto per la ricerca sui terremoti dell’Università di Tokyo, coordinato da Aitaro Kato, ha ricostruito gli eventi che hanno preceduto il terribile terremoto dell’11 marzo 2011. Prima del tremendo sisma ci sono state più di 1.000 piccole scosse. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Science. I ricercatori hanno raccolto i dati registrati da diversi strumenti, come sismometri, accelerometri e segnalatori Gps. In questo modo hanno identificato i piccoli terremoti, ricostruendone “la progressiva migrazione” verso l’area dove è avvenuta “la principale rottura della faglia che ha scatenato il terremoto di magnitudo 9”. Il sismologo Alessandro Amato dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), parlando di questo studio, ha dichiarato: “E’ una delle ricerche più interessanti degli ultimi anni e una sfida per la sismologia. E’ anche la dimostrazione dell’importanza delle reti di monitoraggio per capire i processi che precedono e accompagnano i forti terremoti. Questo tipo di indagini, insieme a quelle di laboratorio su campioni di roccia, sono al momento la via più promettente per avvicinarci alla previsione dei terremoti. Anche in Italia, in occasione di alcuni recenti terremoti, fortunatamente molto più piccoli di quelli giapponesi, abbiamo osservato interessanti migrazioni di ipocentri e variazioni delle caratteristiche fisiche delle rocce prima delle scosse principali con i dati sismologici”. Lo studioso italiano ha concluso dicendo che “questi studi hanno una grande importanza per la comprensione dei processi alla base dei terremoti, ma non devono essere pensati come sostitutivi di azione di prevenzione mirate a ridurre e, se possibile, azzerare i danni quando arriva un terremoto. In questo i sismologi, e in generale la società giapponese, fanno davvero scuola”. (Fonte: Ansa)