180 miliardi di Euro di evasione all’anno, quasi il 20% del totale UE, con un’incidenza sul Pil doppia rispetto alla media europea: questa la stima fatta da una società britannica specializzata, su commissione del gruppo socialista-democratico del Parlamento europeo. Dal suo canto, il Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino, nella recente audizione in Parlamento, ha parlato di economia sommersa al 18% del Pil e di un’evasione Iva di 46 miliardi nel 2011.
Intanto, bisogna essere moderatamente soddisfatti per il miliardino e spiccioli ottenuto da Letta nel recente vertice U.E., mentre il capo dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, annuncia trionfante che saranno (si coniuga sempre al futuro, in questi casi!) recuperati 10 miliardi di Euro dall’evasione. Una bella sommetta, ma in percentuale poco più del 5% del volume totale dell’evasione. E tutto ciò dopo mesi e mesi passati a parlare di Redditometro e Serpico (ma un po’ di senso del ridicolo non ce l’hanno i creativi dell’Agenzia?), a sentir decantare le magnifiche sorti e progressive del nuovo corso dell’investigazione tributaria.
E non è che i nuovi sistemi messi in campo non siano efficienti: chi li ha potuti visionare, assicura che si tratta di diavolerie in grado di individuare lo spostamento di un capello. Ma in Italia, si sa, si chiude sempre un occhio, vuoi perchè all’evasione sono sensibili 10-12 milioni di elettori, vuoi perchè le fortune di molti politici si basano sulla vicinanza ad ambienti finanziari che sull’elusione hanno costruito il loro impero.
Così, si pensa (e si vuol far credere) di poter fare le nozze con i fichi secchi, pur di non andare ad urtare la suscettibilità di una così larga fetta di popolazione, poco importa che questi vivano nell’illegalità, arrecando un danno enorme al sistema paese. Il guaio è che, sotto una cappa di calma apparente, si cela una situazione esplosiva che non potrà essere tenuta buona ancora per molto. L’unico modo per riappacificare la società italiana è una terapia d’urto per recuperare risorse da evasione e corruzione da reinvestire nella creazione di opportunità lavorative dignitose, servizi pubblici all’altezza, assistenza sociale a chi si trova in difficoltà.