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Il Tg senza notizie

Creato il 14 luglio 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Il Tg senza notizie

Quanti hanno pensato subito a Minzolini? In realtà si va poco distante, due reti più in là: al telegiornale regionale della Campania. Il comitato di redazione da un paio di mesi è in rivolta contro il caporedattore Massimo Milone, in carica da 8 anni, accusato esplicitamente di fare marchette a politici amici, soprattutto di destra, a uomini di Chiesa e a scienziati.

In un documento di otto pagine, i giornalisti denunciano la gestione privatistica del servizio pubblico, in cui i rapporti personali, amicizie e convenienze stravolgono la normale scala di valori dell’interesse giornalistico. Hanno raccolto censure, omissioni, insabbiamenti in un libro bianco. A maggio l’intero Cdr si è dimesso dopo che era stato mandato in onda in versione integrale lo spot di Silvio Berlusconi a sostegno di Lettieri. 

Il tg segue una particolare linea ultraconservatrice privilegiando Chiesa e PDL. Il Cardinale napoletano Crescenzio Sepe è un autentico prezzemolino: in 1820 giorni da quando è Arcivescovo, gli sono stati dedicati 1332 servizi. Per fare un paragone, Nello stesso periodo si è parlato del Cardinal Tettamanzi nel Tg 3 Lombardia solo 371 volte e il Papa è stato citato nel TG 3 Lazio in 752 notizie. Pepe, in confronto, è una rockstar.

Comprensibile l’imbarazzo quando lo stesso Cardinale è finito tra le pagine dell’inchiesta contro la cricca. Le agenzie battono il suo coinvolgimento, la redazione si limita a considerarla una “non notizia”. Nel momento in cui Pepe viene iscritto nel registro degli indagati, la notizia viene data nell’edizione notturna, usando il condizionale.

La visione clientelare del TG si esplicita a riguardo del Suor Orsola Benincasa. Milone è docente di etica e deontologia della professione presso l’Istituto e nella Rai di Napoli gli unici che vengono assunti a tempo indeterminato sono quelli che escono dal Master del Suor Orsola. Non a caso, il Telegiornale ci ha dedicato 527 servizi, uno ogni 5 giorni.

Uno dei volti più presenti negli ultimi tre anni è stato quello di Alfonso Papa, chiamato spesso a pontificare sui problemi della giustizia italiana. Milone, inoltre, ha tenuto una linea ultragarantista riguardo Nicola Cosentino, salvo poi sparare a zero su De Magistris in campagna elettorale, con tanto di interviste sforbiciati e accomodate.

Le stranezze si moltiplicano andando a vedere caso per caso. L’8 giugno il CEI di Santa Maria Capua Vetere è in subbuglio: un incendio, qualche poliziotto ferito, un immigrato tenta il suicidio. Ma non c’è spazio per questo nel tg tra servizi improrogabili sull’internazionalizzazione delle imprese, nomine dei nuovi cavalieri del lavoro, ricerche nel campo dell’enzimologia e sulla conferenza del presidente onorario della Fondazione Società di Studi Politici.

Il 18 settembre la Camorra uccide un titolare di una sala giochi di Baia Verde e crivella a colpi di kalashnikov sei africani in una sartoria, il giorno dopo migliaia di immigrati reagiscono alla strage di San Gennaro con un tentativo di sommossa. Però il Tg è pieno: troppo pressanti i servizi sulle feste regionali di PD e PDL, sul Real Sito di Carditello, sul concerto della Fondazione Mondragone, sulla gara di go kart per disabili ad Avellino, su un convegno di chirurgia, su una marcia a Petralcina, su un pellegrinaggio a Pompei dove è atteso Rocco Buttuglione.

Il Comitato di Redazione aderisce alla campagna Usigrai e FNSI “riprendiamoci la rai” e si schiera in difesa della libertà di informare, contro inaccettabili tagli dal sapore di censura e le tante interviste riservate ad alcuni esponenti del mondo politico, scientifico, delle università privante che rappresentano una casistica sproporzionata.


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