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Il Tibet è Cina, forse no…

Creato il 17 ottobre 2012 da Cren

Il Tibet è Cina, forse no…Mi scrive Danielle, che s’è aperta una querelle a Treviso sul Tibet. L’associazione Italia Tibet ha promosso un dibattito a Treviso il 19 Ottobre alle 21 presso la sala Orsa Maggiore della Cna dal titolo “Tibet, una civiltà ferita”. La manifestazione si propone di contrastare l’impostazione data alla mostra “Tibet: Tesori dal Tetto del Mondo” che aprirà i battenti il 20 Ottobre nella prestigiosa sede della Casa dei Carraresi (sempre in città).

Cosa dice l’Associazione: “Il curatore della mostra, Adriano Màdaro – che ci tiene a far sapere che è stato ben 173 volte in Cina – si accredita come uno dei massimi esperti al mondo di Cina e Tibet e, con questa esposizione, porta a termine a Treviso, nella prestigiosa sede della Casa dei Carraresi, una serie di diverse importanti mostre sulla Cina.

Non mettiamo in dubbio la preziosità e la rilevanza degli oggetti esposti – che sono una testimonianza del valore e della unicità della cultura tibetana – ma non possiamo non rilevare come il Tibet venga qui presentato con il consueto taglio esotico-turistico intriso di facili suggestioni da un lato e con pesanti stereotipi propagandistici filocinesi dall’altro”. Secondo il curatore della mostra il Tibet non è mai stato una nazione. «La Cina è una nazione multietnica con una regione autonoma che si chiama Tibet», dice. E aggiunge: «Perfino le cartine in uso a Taiwan, la Cina comprende il Tibet».  Frasi un pò superficiali che, giustamente, hanno fatto arrabbiare i tibetani in Italia e i membri dell’Associazione che s’impegna per l’indipendenza del Tibet.

Aggiungiamo che, probabilmente, gli oggetti esposti nella mostra appartengono, ora, a musei e a collezionisti e che furono, probabilmente anche con la complicità di tibetani, sottratti e venduti da monasteri e villaggi. Se i curatori della mostra prendono atto della brutta realtà (cioè che il Tibet è parte della Cina) ciò non dovrebbe impedire di segnalare che vi è stata un’occupazione violenta, migliaia di profughi, un governo in esilio e un malcontento diffuso che, oggi, si manifesta nei suicidi politici. Ecco gli articoli che dettagliano la vicenda (1), (2).

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