Vuole imparare a proteggersi, non dirà che è stanca nemmeno sotto tortura, si rilegge e non si riconosce, ha una gran testa perciò usa le mani, fa giochi da grande, butta fuori il dolore, si mantiene sul professionale, cuoce cuce cuoce, è una dura insicura, muove fili, vive una seconda vita, piange spesso, è fulminante, entra ed esce dalle crisi come dalle porte.
E questo è niente.
Scoprirò ancora molto nel 2012 sulle donne.
Approfondirò anche grazie a colui che è un Uovo. Sempre utile un'altra prospettiva.
L'Uovo lo conosco, è una persona normale, ve lo assicuro, a parte il tai chi.
Lui sì che sa scrivere storie. E' uno attento, non accozza parole qualsiasi su una tastiera. Se trova uno scoglio si ferma e, calmo, studia il modo di superarlo. Anzi, di raccontarlo.
Lo scoglio, al momento, siamo noi. Non ci capisce, gli sfuggiamo, fatica a darci parola.
Potrei segnalargli decine di blog e incoraggiarlo a leggerci (Uovo, se vuoi ti faccio un elenco delle mie 'imperdibili', mandami un segnale).
Ma non basta. Non sempre il racconto è l'intera storia.
Lui lo sa bene e per questo chiede, nel suo nuovo blog:
“Aspetta. Dove stai andando? Quale è il tuo lato più oscuro, la tua paura più grande? Con quale miscuglio di sentimenti guardi tua madre? Cosa si prova a ballare in discoteca con gli sguardi che ti frugano i vestiti? Quando hai cominciato ad accorgerti che noi maschietti esistevamo, eri terrorizzata da noi come noi da te? No aspetta non scappare, tranquilla, va tutto bene, sono uno scrittore”
Se vorrete spiegargli quelle quattro cose fondamentali, in totale anonimato, contattatelo. Illuminate sto ragazzo, su! che ho voglia di leggerlo su questi temi.
Tornando a noi - e un po' c'entra anche con l'esperimento dell'Uovo.
Mentre faccio, capisco. Ultimamente questo ho capito, in tutta l'abbondanza a mia disposizione: ogni storia è una storia tra le storie. Tutto deve restare umilmente in proporzione, ogni storia è importante e speciale ma anche maledettamente normale; ogni tanto occorre ricordarselo, che la tendenza alla scena-madre ce l'abbiamo tutte, madri o non madri che siamo.
Ora non so dire come andrà qui, tutto è in viaggio e in sperimentazione pop, all'insegna del *fare cose significative insieme.
Giocare e condividere rappresentando, to play, appunto. I risultati saranno amatoriali, chi ci vorrà seguire ne terrà conto, nel frattempo we play, suonandocela, e suoniamocele anche un po' tra noi.
Materiale ce n'è tantissimo (i danni di Stima...), certamente questa prima parte dell'anno sarà dedicata anche un po' all'ordine. Dentro e fuori.
Fine del tradizionale post squinternato di fine anno.
Magazine Per Lei
Il tradizionale post squinternato di fine anno, un Uovo, i danni
Creato il 29 dicembre 2011 da StimadidannoPotrebbero interessarti anche :