Il primo dicembre a Palermo, presso il Centro Sperimentale di Cinematografia, verrà proiettato in anteprima il docu-film (presentato da Roberto Andò e Daniele Ciprì) che racconta la sfortunata parabola discendente di Maurizio Schillaci, ex-calciatore e cugino del più noto Totò delle notti magiche dell’Italia ‘90.
Una vita fatta di vittorie sportive, iniziate con la maglia della sua città e terminate nella Lazio in serie B. Una vita che sembrava promettere successi, già colma com’era di quei lussi che appartengono ad ogni calciatore che si rispetti: fama, soldi, donne, automobili. A Maurizio non mancava nulla.
Ma un incidente sportivo, all’età di 26 anni, compromette la sua carriera calcistica facendolo sprofondare nel vortice dell’eccesso. Prima la cocaina. Poi l’eroina. Dalle stelle al nulla, il passo verso l’asfalto è stato breve. Così come fin troppo facile è stato perdere tutto: moglie, amici, contatti e contratti. Oggi Maurizio non ha un tetto sulla testa e trascorre le sue giornate tra i mercati storici della città, dove cerca di racimolare qualcosa da mangiare, e il “cimitero dei treni” dove cerca un giaciglio per trascorrere la notte.
Fuorigioco – diretto da Davide Vigore e Domenico Rizzo, due giovani filmakers siciliani del centro sperimentale di cinema palermitano – racconta la drammatica storia del trequartista dai piedi d’oro, una favola al contrario che ha portato l’ex bomber della Lazio a diventare clochard che da tre anni vive nella stazione centrale di Palermo.
In una Palermo sotterranea e oscura, Maurizio Schillaci vive immerso nella folla.
Cosa c’è dopo il successo?
La solitudine.