Ha perso perché era molto più difficile da usare. Ed era troppo difficile da usare perché oltre ad esser stato concepito un paio d’anni prima di Facebook, era pensato per consentire molta libertà di personalizzazione del servizio agli utenti. Facebook era, ed (apparentemente ) è ancora più facile da usare anche perché obbliga a comportamenti molto standardizzati: il che paradossalmente si è rivelato vincente in una tecnologia metaforicamente orientata alla comunicazione tra amici.
MySpace dunque, negli ultimi tempi, ha fatto registrare una caduta verticale in termini di numero di visitatori e nuovi utenti registrati, le cause sono da addurre soprattutto all’avanzata del sopraccitato concorrente Facebook, che si evolve a velocità tale, che pochi progetti presenti nel Web oggi riescono a tenere il passo.
Proprio per via di questo declino inarrestabile, a marzo dello scorso anno, il proprietario di MySpace (dal 2005, News Corp. => Murdoch), ha licenziato circa il 30% dei dipendenti, cambiato amministratore delegato, rivisto la grafica del sito e perfino siglato accordi col rivale Facebook, infine ha tagliato un ulteriore 50% del personale, arrivando a chiudere, in alcuni casi completamente, gli uffici nelle varie nazioni (quello italiano è stato completamente chiuso).
Pare però che oraNews Corp. abbia deciso di uscire definitivamente da MySpace, le ipotesi al vaglio sono una fusione, lo spin-off oppure la cessione diretta. Al nuovo CEO è stato fornito poco tempo a disposizione per trovare la via tra le possibilità proposte, vuoi perchè più tempo passa più si svaluta il social network, vuoi perchè News Corp sta per lanciare il quotidiano per iPad The Daily e ha bisogno di evitare gli sprechi di risorse per concentrarle sul nuovo servizio.
Un’ipotesi vorrebbe Google fra gli acquirenti, infatti il colosso Big G recentemente non si fa scappare nulla che mostri una parvenza di potenzialità per quanto riguarda il Web, ma sembra che nemmeno gli ingegneri di Google sappiano esattamente come rilanciare MySpace, dunque è davvero arduo predire il futuro di questa vecchia gloria dei social network.