Il triste soliloquio di Berlusconi dalla Gruber (di don Pizzarro)

Creato il 09 gennaio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Nel giorno in cui Monti ribadisce per l’ennesima volta ciò che pensa davvero del suo predecessore (“Alcuni irresponsabili avevano portato il Paese a una situazione grave”), la Vezzali tradisce Berlusconi candidandosi con il Professore, una sfilza di giornalisti decide di cambiare lavoro provando a sedersi in Parlamento, David Bowie compie gli anni, Berlusconi – non essendo riuscito a comprarsela – ‘occupa’ La7, ospite della Gruber, con il suo charme ma soprattutto con la sua favella debordante. Racconta balle, interrompe, contesta tutto e tutti, non risponde alle domande. “La Lega non la vuole premier. Cosa dice?”, esordisce la conduttrice.

“Il Paese ha bisogno di persone come voi” disse Giorgio Napolitano di Valentina Vezzali e Federica Pellegrini. La Pellegrini però attualmente non risulta candidata.

“E’ il settimo, è lungo 51 centimetri e si chiama Riccardo” è la risposta. Sentite congratulazioni per il nipotino e via con la prima pubblicità.  Se Monti cinguetta, Berlusconi spara. Al rientro esplode la prima balla: il premier non ha poteri, ne ha di più il ministro dell’Economia, magari di concerto con quello dello Sviluppo economico. Quindi, dice: “Sono io che non voglio fare il premier. Rinunciando faccio un favore alla Lega”.
Non è la Lega che non lo vuole più, che vuole voltare pagina, anzi cambiare libro. Cosa avevate capito? Poi ci ricorda, grazie!, che la Costituzione non prevede l’indicazione del candidato premier sulla scheda, quindi “è presto per dire se sarò io il candidato alla premiership”. Forse è per questo che dal 2001, grazie ad una prassi legittimata colpevolmente da Ciampi, in campagna elettorale il Cavaliere (ma lo stesso fece anche Prodi) si presenta come candidato alla presidenza del Consiglio. E lo ha sempre fatto per ottenere la legittimazione degli elettori a governare, forzando in questo modo la Carta. E’ poi infatti il presidente della Repubblica a nominare il capo del governo, che NON viene eletto. (Da dieci anni siamo in un finto presidenzialismo, quello che Sartori ha definito ‘bastardo costituzionale’). E comunque se in questo giro la Lega propone Tremonti è perché non vuole più lo statista di Arcore. E lui che fa allora? Propone Alfano che, come è noto – pensa con la testa del capo.
Torniamo in studio, dove B. bastona Monti (Imu, governo tecnico non eletto democraticamente…), lo stesso Monti che poche settimane fa voleva alla guida della coalizione moderata di cui lui avrebbe dovuto fare parte. Fa lo stesso con Casini, che definisce “un personaggio”. Lo stesso Casini che ha più volte invitato a tornare alla sua corte. Insomma se vai con lui va bene, sennò sei un ingrato. Anzi uno stronzo. Un passaggio sull’Imu, per dire “io pago 300.000 perchè ho tante case, e sono grandi”; sulla magistratura (“patologia”); su Ruby, ma non ho capito molto se non che, oltre ovviamente a Mubarak, nella storia della piccola fiammiferaia c’è di mezzo anche una cantante (?); su Veronica (“non 100 mila euro al giorno, bensì 200”.
Una somma decisa da “tre comuniste femministe”); sullo spread (“un imbroglio”), di cui spiega il significato a mo’ di filastrocca, tipo sopra la panca la capra canta… Nel finale, come un deus ex machina, prende in mano lo studio, si eccita come la rana di Galvani e si mettere a fare le domande. Insomma fa il conduttore, per la proprietà dell’inversione dei ruoli. “Perchè non parliamo delle cose belle fatte dal mio governo?”, chiede alla Gruber. Abituato a dare ordini ai suoi (Belpietro, Sallusti e compagnia briscola) non lo sfiora nemmeno lontanamente il pensiero che ci possano essere in giro anche giornalisti che fanno i giornalisti, o almeno ci provano, evitando domande banali e cercando di mettere in difficoltà il politico di turno. Così le dà della “non obiettiva”.
Ma poi torna in buona e si sdilinquisce, avendo davanti pur sempre una bella donna. Braccia larghe sul tavolo – modello mezzobusto da tiggì – sorriso che squaglierebbe anche un’algida come Brigitte Nielsen, capino chinato da una parte, fa: “Le ho detto che ho avuto il settimo nipotino?”. “Certo. E io le ho fatto le congratulazioni”. “Non è vero, non le ho sentite”. “Sì, prima”.
Conclude sul fisico, il suo. Un corpo che non sente la fatica, le notti insonni di duro lavoro. “Ho la fortuna di non stancarmi mai e non prendermi periodi di riposo”.

Don Pizzarro


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