I tedeschi stanno bruciando 16 milioni di dosi di vaccini comprati e mai utilizzati, insieme ai 236 milioni di euro che sono costati ai contribuenti. E in Italia?
Il contadino Ste, che sa il tedesco essendo svizzero (trapiantato in Toscana a coltivare ulivi), ogni tanto fornisce perle ineguagliabili.
Stavolta tocca al famigerato vaccino per l’influenza suina, ricordate? Quella che nel 2009 aveva gettato nel panico l’intero pianeta, spingendo la maggior parte dei Paesi a dotarsi di milioni di dosi del vaccino che era stato magicamente approntato nel giro di poche settimane.
Vaccino che, in seguito, si scoprì essere “una truffa colossale” insieme a tutto l’allarme influenza, come testimoniato dal presidente della commissione Sanità del Consiglio d’Europa, che si spinse a chiamare la suina “una falsa pandemia” orchestrata ad arte.
Mentre leggete queste righe, in un inceneritore del Magdeburgo in Germania si stanno bruciando 16 milioni di dosi scadute del vaccino contro la suina, comprato a suo tempo. L’85% della fornitura che finisce in cenere, insieme ai 239 milioni di euro che è costata.
E in Italia? Anche qui da noi per fortuna del vaccino truffa si fece uso minimo. La salute ringrazia, le scassate casse della sanità un po’ meno, visto che anche noi pagammo il nostro bravo pizzo al panico globale e ne comprammo 24 milioni di dosi. Ormai scadute anch’esse. Per una volta, mi sentirei molto più sicura se le ficcassero in qualche inceneritore piuttosto che lasciarle a dormire nel capannone di Indiana Jones.
Sapete com’è, siamo in Italia, c’è la crisi, e magari qualche Tarantini di turno potrebbe avere la splendida idea di riciclarle.
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