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Il Vangelo e gli oppositori “nostrani”

Creato il 03 gennaio 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Accade a volte di affrontare la questione – mai veramente risolta – sugli oppositori del Vangelo. Di recente il tema è stato sfiorato, se non proprio del tutto toccato con incisività dottrinale da Papa Francesco, nel discorso del 22 dicembre scorso alla Curia romana intorno alle quindici malattie della Chiesa. Ebbene, alla luce di quanto pronunciato in quel discorso, pare proprio che un frangente di quest’opposizione derivi non tanto dall’esterno quanto dall’interno delle mura vaticane. Le parole del maggio 2010, pronunciate da Papa Ratzinger durante il volo aereo Roma-Lisbona, possono oggi essere ritenute profetiche del nostro presente. In quell’occasione il pontefice riferì che “la più grande persecuzione della Chiesa non derivava da nemici esterni, bensì nasceva dal peccato nella Chiesa stessa, e quest’ultima aveva bisogno di una profonda penitenza in vista di una solenne purificazione”. Veniva così annunciata al mondo una Chiesa chiamata alla supplica di perdono, ovverosia una Chiesa che si mostrava all’umanità come un’assemblea ferita da una grande crisi di valori e costumi. L’opposizione al Vangelo, e alla lezione contenuta in esso, non è in realtà un fenomeno particolarmente recente. Già il cardinale Giovanni Benelli, ex Sostituto della Segreteria di Stato dell’allora Papa Paolo VI, affermò nell’ottobre 1982: “Chi sono coloro che si oppongono? Pensiamoci bene. Quali sono i grandi oppositori di Cristo? Sono gli uomini di religione. Sono coloro che più degli altri osservano la parola di Dio. La religione è il grande ostacolo che il Figlio di Dio incontrò sulla terra. L’opposizione viene dai vicini, più che dai lontani. L’opposizione che il Vangelo trova nel suo cammino, è più forte, radicata e resistente in casa nostra che fuori”. Il cardinal Benelli affrontava così lo scandalo di coloro che “si erano accomodati nella Chiesa”, e che pertanto – con il loro incoerente atteggiamento rispetto alla lezione di Cristo – si opponevano alla parola del Vangelo e alle novità che ne scaturivano nel rapporto con il mutamento sociale e con il tempo. “E’ gente che pretende di osservare,” riferiva il cardinale, “o per meglio dire, crede di fare ciò che è comandato da Dio, ma in verità non serve per nulla la Chiesa. Protegge la propria pigrizia e i propri interessi mondani”. L’operato recente di Papa Francesco, dunque, si inserisce lungo questa linea aperta ormai più di trent’anni fa dal cardinal Giovanni Benelli. Una rivoluzione spirituale di una Chiesa che deve “rileggere” i principi fondamentali della teologia morale, come scienza che avanza dalla rivelazione di Dio e “ordina gli atti umani alla luce della beatitudine”. Cosa sono allora le quindici malattie della Curia romana segnalate da Papa Bergoglio? Non sono forse una corrente contraria all’economia salvifica custodita nel Vangelo?

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