Ritorna Valerio Marra, con un suo racconto, lo conosciamo.
Lui è l’autore di: “Le scottanti verità”
leggiamolo..
Erano le 23.20 di un anonimo lunedì di Ottobre. Steso sul marciapiede che divide Via Tuscolana, coperto da una leggera trapunta, un anziano uomo provava a prendere sonno.Tra gli sguardi altezzosi e sprezzanti dei passanti, con vergogna, si copriva il volto raggrinzito, scavato dall’inesorabile scorrere del tempo.
Mi avvicinai per chiedere se avesse bisogno di qualcosa.
L’uomo, prima intimidito, accese il suo apparecchio acustico ed iniziò a presentarsi.
“Otello piacere!”
Quel nome e quell’accento, così romani, mi fecero sorridere. Un romano verace, guascone, allegro, perspicace. Un romano incredibilmente piacevole.
D’altri tempi. Aveva 87 anni portati meravigliosamente.
Era la prima notte che dormiva per strada ed era imbarazzato nel raccontarlo.”Dopo 57 anni la padrona di casa mi ha cacciato via perché gli serviva di nuovo casa” Mi ripeteva affranto “Ma domani mi si sblocca una situazione e prenderò una stanza in affitto” diceva poi col tono di uno che la sa lunga.
Non era un uomo ordinario.Lo sentivo. Percepivo il suo carisma e ci comunicavo meravigliosamente.
Misi in moto la procedura per tentare di trovargli un tetto dove dormire e, nell’attesa, lo accompagnai in un bar per offrirgli qualcosa. Mi raccontò della sua vita. Di sua moglie partita per il “lungo viaggio” 18 mesi prima, del suo sogno mai coronato di avere dei figli, dei suoi quarant’anni di lavoro in televisione, dei suoi trascorsi nelle case di cura.”A Valè, quelli lì so tutti rimbambiti: Otè portame al bagno, Otè quello, Otè quell’altro. Io mica sò come quelli. Poi quel Direttore.. Dovevo bussare alla porta anche solo per chiedere 50centesimi per un caffè alla macchinetta e me lo faceva pesare. Io non ce so stato e ce sò annato parlà e lo sai quello che me dice? Se non te sta bene quella è la porta… A 87 anni me dici quella è la porta?? Io me ne vado!” Proprio per questo, nonostante una pensione di buon livello, da 18 giorni si arrangiava.“Un giorno ho fatto pure finta de sta male pè dormi in ospedale. Mesà però che quelli m’hanno sgamato!” raccontava con un sorriso malizioso.
Fuori, nel frattempo, erano arrivate le persone che si sarebbero dovute occupare di lui, così mi portai alla cassa per pagare il conto. Dovetti intraprendere un’ estenuante battaglia con Otello per pagar quei due caffè. Ed in tasca, non aveva più di due euro.
Alla fine vinsi io, ma che fatica! Otello salì nella macchina e dopo avermi salutato, se ne andò.
Guardai l’orologio, erano le 2.00 oramai. Quell’anonimo Lunedì mi aveva regalato una lezione di vita: la fierezza, la dignità e l’altruismo di quell’uomo mi avevano segnato ed insegnato.
Guardai con compassione quei passanti altezzosi. A causa della loro superbia non avevano assistito a questa lezione di vita.Peccato!
Ma tanto loro, in fondo, non lo sapranno mai…
Che ne pensate cari lettori? Il suo stile che lo distingue, che altro aggiungere?
Lo volete seguire? Fatelo, lui vi aspetta, sulla sua pagina fb, sul nostro blog, o sulla nostra pagina fb.
Grazie Valerio, per essere stato ancora una volta con noi
Alessandra