Magazine Diario personale
Non stavo più nella pelle per raccontarvi dove sono stata. E questo post è per Neofrida! Mancavi solo tu! Nemmeno a farlo apposta l'altra volta vi parlavo di anarchia e di come si “pretenda” che gli anarchici vivano isolati, fuori dalla società. Bé, li ho trovati. Adesso non so la loro posizione politica, eppure qualcosa mi dice che quando si sceglie di vivere così, lo si fa anche per riprodurre quella società giusta a cui tanto aneliamo. Venerdì siamo partiti con un paio di amici, per andare a casa di Victor, che ha un Mas sul versante nord del Massiccio del Penyagolosa, nella Vall del Rio Carbo. Amo questa montagna e la frequento spesso, anche se sull'altro versante, la Vall de Boi, dove vive Manel. Altri dettagli divertenti sui ricordi che mi ispira il Penyagolosa li potete leggere qua. E' veramente un luogo magico, sia per i panorami mozzafiato ma anche per l'energia che sprigiona: sembra infatti che ci sia un vortice energetico che già i Templari avevano individuato, tant'è che le cime dei monti sono spesso occupate da resti di castelli templari, che mettono i brividi solo a frequentarli, anche se adesso sono ridotti a cumuli di pietre. Se pensavo che Manel fosse un tipo estremo, che vive in un Mas ancora in ristrutturazione ma tuttosommato ben messo, adesso che ha canalizzato l'acqua piovana e si arriva in auto su uno stradello sterrato popolato da cinghiali, mi sono dovuta proprio ri-cre-de-re. Raul -ovviamente solo arrivati al capolinea - mi dice che per arrivare al villaggio bisogna camminare più di mezz'ora nel bosco e non è uno stradello molto facile da percorrere, specialmente con il Marc e i suoi 13 kg sulle spalle. Camminiamo, quasi scaliamo. E arriviamo in questa valle stupenda, come tutte le valli del Penyagolosa. Queste valli una volta erano abitate da molte famiglie che via via sono andate via, lasciando ai nipoti in eredità questi Mas di pietra secca dove non è mai arrivata la luce, ma magari hanno la fortuna di avere nei paraggi delle risorgive e piscine naturali da cui attingere l'acqua per irrigare. Pochi, pochissimi anziani continuano a vivere in queste valli, conosco alcuni che erano nati tra quelle mura durante la Guerra Civil (1936) e vivono ancora là e là moriranno. Secondo un movimento che vogliamo definire “new age” (?!) molti giovani si sono interessati di nuovo a ripopolare e ristrutturare queste case (ogni Mas è costituito da 4 o 5 case) mantenendo le strutture originali, riciclando le stesse pietre per rifare le pareti, spesso c'è da rifare completamente il tetto, ingegnarsi con piccoli pannelli solari e depositi per raccogliere l'acqua piovana. E spesso per un vero affare si sono comprati porzioni belle grandi con anche il diritto ad un quadrato di terra poco lontano e porzione di bosco da cui prelevare la legna per costruire e riscaldarsi. Ma la volete la sopresa, quella vera? Tutti italiani. Il villaggetto denominato Mas del Carbo, è una piccola colonia italica, per la precisione di Ferrara. Porta a porta con il nostro amico Victor, che usa la casa solo per brevi periodi vacanzieri, c'è una ragazza italiana che è diventata il mio nuovo mito, Bea. Adesso non so nei dettagli come sia arrivata, mi immagino come tutti: passeggiando durante una escursione, ha visto la casa completamente diroccata, sarà andata al paese più vicino, PuertoMingalvo, di 300 abitanti, avrà chiesto al bar e al negozio di alimentari a chi apparteneva il Mas, avrà conosciuto così Pepe, avrà comprato la parte che le interessata, si sarà rimboccata le maniche e l'ha sistemato. Questo circa 20 anni fa, perché conosce Victor da molto tempo, lui ha comprato il Mas nel 2001. Dopo anni da sola, adesso con Bea vivono in pianta stabile Ingrid e Javi, lei italiana di Ferrara e lui spagnolo, di un paesino chiamato Onda (molto molto bello poi!) Da quel che ho capito, Ingrid un giorno andò a trovare la sua amica Bea, si innamorò delle montagne e di Javi, e tornò per installarsi qua. Adesso vivono nella casa di Bea perché stanno lavorando per ristrutturare completamente la casa a 10 metri, a cui manca proprio il tetto, oltre ad un pezzo di muro. Le condizioni di vita adesso in estate sono “facili”: piove poco, solo tre giorni a settimana, ci sono molte ore di luce e passano la giornata così, in compagnia di cazzuola e martelli. Il deposito dei materiali lo hanno a monte, dove si lascia l'auto e avanti e indietro con un cavallo, un asino e un mulo, portano giù per la montagna sacchi di sabbia, travi, piastrelle.
Li ammiro tantissimo. Mi hanno raccontato di un inverno tremendo, con un metro e mezzo di neve davanti alla porta. Hanno comunque un piccolo orto in estate. Vanno a cavallo ovunque, anche a Onda, a tre giorni di cammino per le valli. Yoga ogni mattina. The caldi la sera.
Li ho visti: sono felici.
Sono la reincarnazione della felicità.
Lavorano al loro sogno, serenamente e con allegria.
Ieri sera abbiamo festeggiato la piccola colonia italica arricchita anche dalla presenza dei loro ospiti direttamente da Ferrara, Marcello, Amelia e Elena, con la pizza, cotta in un forno a legna, che sarà stato anche lui, come il resto del Mas, del 1700. E sono usciti anche tutti gli altri abitanti, che erano nascosti nelle altre case: Pepe, appunto, il padrone di tutto il complesso, Diego, che manco a farlo apposta è un amico nostro di Valencia – abbiamo scoperto ieri che ha il Mas che sta a duecento metri, e tre ragazzi, di cui uno è poeta e due sono musicisti. Tutta la compagnia del Mas del Carbo. Io e Raul non abbiamo fatto altro che parlarne: ce la faremmo noi? Il massimo dei giorni che abbiamo passato nel Mas di Manel sono stati 5, in estate. E ha piovuto quasi sempre. In inverno tre e mi ricordo che non vedevo niente per la nebbia. E non sappiamo di Mas ripopolati da famiglie con bambini, solo da giovani e coppie. A Manel non dispiacerebbe la nostra compagnia o che qualcuno rimanesse a casa sua mentre lui deve lavorare a Valencia. Ci andremmo noi per 3 mesi di fila?
Diciamo “Manel” perché con lui abbiamo più confidenza e non che non mi piacciono le sfide, ma vediamo difficile, adesso con i figli, stare a più di mezz'ora a piedi dal parcheggio e che questo parcheggio sia a 30 minuti di pista adatta solo ad un 4x4 dalla strada asfaltata e che questa sia di 12 km prima di arrivare a Puertomingalvo, a 1500mt di quota. Che sta a 52 km di curve da Castellón.
Ecco. Non che il Mas di Manel sia più comodo, il paesello più vicino, Vistabella, sta a 1800mt di quota e a 40 km da Castellón.
Come la volete mettere, sono sfide estreme!
Neofrida, quindi tu ci verresti?
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