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Il viaggio della vita

Creato il 12 giugno 2011 da Dylandave

Il viaggio della vita

- The Tree of Life – 2011 - ♥♥♥♥ -

di

Terrence Malick

E’ il film che Terrence Malick aveva in mente da una vita intera e che ha sempre rimandato aspettando il momento giusto per poterlo finalmente produrre. E’ l’ atto della creazione della vita e dell’ uomo visto dall’ occhio visionario di un regista che di certo non si contiene nella sua espressività cinematografica dando luce a un lavoro che per tecnica e fotografia eccelle in ogni suo particolare. La citazione di Giobbe (38:4,7) che introduce il film ben spiega fin da subito i presupposti che il film vuole esprimere al suo interno. Ossia l’ immensa contraddizione che vi è  tra il giusto che soffre senza colpa e il malvagio che invece riesce a vivere bene le conseguenze del suo agire. Partendo da questo assunto si esplica la storia familiare della famiglia O’ Brien, dominata dal padre padrone (Brad Pitt) che con pugno fermo e disciplina impone ai suoi figli la strada da seguire come a voler rappresentare un destino crudele dal quale non si può scappare. All’ interno della famiglia tutto viene mitigato dalla contrapposizione data dalla figura femminile e materna della madre (Jessica Chastain), che rappresenta la grazia e l’ amore infinito , sempre paziente e affettuosa con i figli e dotata di una forza “sotterranea” che le permette di vivere insieme ad un marito oppressivo, sapendo regalare in famiglia fugaci momenti di tranquillità. Il film di Malick parte dal privato e da venti minuti iniziali che scuotono lo spettatore stordendolo immediatamente con l’ annuncio di una morte e le espressioni tragiche dei protagonisti. La telecamera di Malick sovverte le regole grammaticali del cinema e neanche per un solo istante ci regala i campi e controcampi che spesso il cinema ci impone. La macchina da presa qui infatti e continuamente in movimento tra primi piani e piani sequenza che spesso tallonano i protagonisti del film. Risulta quindi inattaccabile tecnicamente The Tree of life, essendo un esempio perfetto di virtuosismi tecnici e movimenti di macchina innovativi , accompagnati da una fotografia perfetta che ben sa miscelare i contrasti senza caricarli troppo. Visivamente il risultato è quindi affascinante nonostante la trama non lineare rischi di far abbandonare la sala a molti spettatori che da questo film si aspettano una facile visione. Il contrasto tra natura e grazia permea l’ intera opera cinematografica, evidenziando la brutalità mista però al senso di libertà incondizionata nel vivere l’ amore della prima, alla rinuncia della seconda al fine di donare un senso allo scorrere incessante della vita stessa. Il film è colmo di simbolismi che spaziano dal privato , alla natura fino ad arrivare anche alla creazione del cosmo. E’ proprio questa sovrabbondanza di simbolismi che forse risulta la pecca maggiore della sceneggiatura del film , di grande impatto visivo ma spesso proprio per tali ragioni didascalico. Di certo una sola visione , non basterà per apprezzarne a pieno il valore e la complessità che quest’ opera racchiude al suo interno, si consiglia quindi lo spettatore di avere modo di poterlo rivedere una seconda volta, al fine di soffermarsi maggiormente non solo sulle emozioni visive ma anche sui particolari e le riflessioni filosofiche che il film al suo interno contiene. The Tree of Life è un film perennemente in bilico tra religiosità, spiritualità e scienza. Malick porta lo spettatore ad interrogarsi costantemente sul perchè della vita e porta lo spettatore a riflettere su quel dilemma esistenziale che è l’ origine della vita. Il finale di certo non lascia indifferenti nel suo surrealismo e seppur troppo criptico e misterioso è in grado di comunica una suggestione visiva che poche volte siamo abituati a vedere al cinema. Un cinema quello di Terrence Malick che è un ponte tra il passato e quello che potrebbe essere il futuro digitale della cinematografia, non a tre dimensioni.

Il viaggio della vita

(Il Rigido Padre Brad)
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( La grazia infinita della madre)

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