Dal 27 febbraio in sala, un Paganini come non l’avete mai visto, in versione rock star…
Inizi dell’ottocento, il violinista Nicolò Paganini spende le sue giornate tra donne e gioco d’azzardo, dissipando l’enorme talento musicale. L’arrivo di un mefistofelico agente, Urbani, cambierà completamente le cose, tra strani contratti e successi garantiti.
Meglio scegliere, nel ruolo del protagonista, un bravo attore o un musicista affermato dalle indubbie capacità musicali? Se poi si parla di Paganini, uno dei più grandi violinisti della storia, il dubbio aumenta. Anche David Garret, violinista contemporaneo da molti paragonato ad una rock star, si è posto il problema insieme a Bernard Rose, regista de Il violinista del diavolo. Garret, che inizialmente doveva occuparsi della sola colonna sonora, ha capito, come ha anche affermato in conferenza stampa, che sarebbe stato meglio affidare il ruolo ad un vero violinista, capace di replicare i difficili movimenti del maestro Paganini, rispetto ad un bravo attore, incapace di nascondere la sua mediocrità come esecutore. La scelta si rivela parzialmente vincente. Le scene che vedono Paganini infuocare il pubblico con i suoi passaggi arditi, riescono a rianimare un film spesso lento e a tratti verboso. Ciò che stupisce, infatti, è come in un film che parla di un grandissimo musicista, tra l’altro interpretato da un ottimo strumentista, le scene riguardanti i concerti arrivino così tardi.
Il violinista del diavolo poggia gran parte della trama sul rapporto del protagonista con
l’ambiguo agente, Urbani, e su una storia d’amore che nasce tardi (quando ormai è stata superata abbondantemente la metà del film) e finisce in un soffio. L’ errore di Rose è stato, probabilmente, non puntare abbastanza sul lato musicale. Giocare sulla figura di un Paganini antesignano delle moderne rockstar, non basta per risollevare le sorti che per lunghi tratti annoia.
Quel che manca a Il violinista del diavolo è il ritmo, che a pensarci bene, stona se il film in questione è un biopic su un musicista che ha fatto proprio del ritmo, a tratti sincopato, la sua firma.
BLANDO INTEGRATORE PER I PATITI DELLA CLASSICA
Regia: Bernard Rose – Cast: David Garrett, Jared Harris, Andrea Deck, Joely Richrdson, Elisabeth Wells – Paese: Germania, Italia – Anno: 2013 – Durata: 122′
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