
FOTO DI ARALLA GIANLUCA
refrattari in primis)che andrebbero a compromettere tutto il sistema. E qui si vedra’ se Riva e company avranno,grazie anche alle somme date dallo stato per la bonifica e la messa in regola degli impianti stessi,la volonta’ di proseguire il loro cammino lavorativo a Taranto. Una bomba sociale speriamo che non subisca danni al bisogno costante di lavoro nella grande fabbrica,anche perche’ si deve ancora capire se verranno utilizzati tutti gli operai all’interno dello stabilimento per le opere da eseguire. Se fosse cosi’ avremmo per la prima volta in Italia l’azione comune di migliaia di persone per rendere idonei e sicuri i loro stessi posti di lavoro e non perdere cosi’ facendo il lavoro. Caso contrario,avremmo la sospensione di posti di lavoro e la questione sociale avrebbe un peso notevole sulla citta’ jonica. Insomma molti punti interrogativi e molti timori sul futuro di chi ci lavora dentro e su chi,grazie alla legge,vuole rendere l’aria di Taranto sana . Gli ambientalisti sono sul piede di guerra e vigilano come sempre con attenzione e costanza. L’Ilva continua da tempo,nonostante i divieti del P.M. Sebastio,a produrre in barba agli accordi stipulati tra i Riva(Ferrante) e la magistratura stessa. Adesso non potra’ farlo piu’ e qui inizia la fase storica per la citta’ che ci potra’ dire se si e’ dinanzi ad’ una svolta oppure a una farsa tutta italiana.


