Ilvalterinodellelibertà

Dice che non bisogna lasciare Monti alla destra.Forse bisogna accompagnarlo, e lui può farlo.Enrico Letta condivide le sue tesi(ne).E questa è un'aggravante.Aggiunge che non ci si può fermare di fronte "aisantuari del no che hanno paralizzato l'Italia per decenni" (traduzione:bisogna spezzare le reni alla CGIL).E Gasparriè più o meno sulla stessa linea: "la riforma del mercato del lavoro non si può fare ametà. Deve toccare tutti quei punti che finora hanno creato immobilismo".Vuole "dire agli italiani che non torna nulla delpassato".Eppure la sua faccia l'avevamo già vista da qualche partenegli ultimi trenta e passa anni.Si arrabbia perchè "Si discute di liberismo e di socialismo.Invece siamo fuori dal Novecento".Ha ragione da vendere, e lui ci aveva pure provato acentrare il dibattito su questioni più dirimenti come la Nutella e le FigurinePanini.
E siccome in tanti non hanno digerito l'aria frittadomenicale dell'ex segretario del Pd (lo stresso che nel 2008 hainflitto al centrosinistra il più grosso divario degli ultimi 20 anni con il centrodestra), è arrivato il digestivo Fassina (responsabile ufficiale etitolato del Pd sulle materie economiche e del lavoro) a darci un po' di sollievo:"La prima regola per un dirigente nazionale sarebbequella di affermare la posizione del partito di cui è parte. La posizione delPd sul mercato del lavoro e sull'articolo 18 è diversa dalla tua, ovviamentelegittima, ma minoritaria nel partito e più vicina, invece, alla linea del'pensiero unico' e alle proposte del centrodestra".