Magazine Diario personale

Imboscata

Creato il 18 ottobre 2014 da Povna @povna

L’orario di questo anno scolastico – che si avvia a essere definitivo – è (ma la ‘povna lo sapeva) assai peggiore di quello scorso. Un po’ perché l’anno passato la ‘povna aveva potuto beneficiare (e l’aveva riconosciuto a gran voce, pubblicamente – perché dà con la stessa veemenza con cui toglie) dell’orario perfetto; un po’ perché è conseguenza inevitabile del lavorare, insieme, in prima e in quinta (là dove tutto dipende, sempre, dal dio-laboratorio). Così, quando Byker le ha comunicato di che morte doveva morire, ha stirato un sorriso forzato, ha notato i punti deboli (una quantità di seste ore pari al 90%), riconosciuto l’unico privilegio (entrare il sabato alla seconda ora non ha prezzo) e messo il dito su ciò che, al di là di tutto, era solo tanto incongruo.
“Suvvia, però venerdì, che è il giorno della prima ora, ti faccio uscire alle dieci, non va malaccio…” – ci ha provato, sornione, Byker.
“Non prendiamoci per il culo, Byker, il venerdì esco alle dieci, ma sto a scuola fino a mezzogiorno: lo so io, lo sai tu, e tanto basta”.
E a lui non era restato, consapevole, che concordare.
Il venerdì infatti è il giorno della piscina con l’Ingegnera Tosta (che esce appunto alle 12): la ‘povna, dunque, passerà queste due ore durante l’anno una con il ricevimento (perché nel resto della settimana non ha buchi, nonostante a lei piacciano molto), l’altra appunto a occupare utilmente il tempo ad aspettare. Ed è qui che casca l’asino. Perché la ‘povna con due ore di buco (ancora il ricevimento non è attivo) è, nella sua scuola, una tentazione troppo forte. Il primo venerdì, dunque, se ne è andato in servizi ingegneristici (per Esagono e Daddy LongLegs), il secondo ad accudire i colleghi nuovi arrivati (con alcune richieste in parte giuste e in parte querule, perché la collega di italiano Pota! si sta rivelando parecchio scassapalle), il terzo, addirittura, ci ha pensato Barbie, che l’ha convocata per una conferenza stampa relativa alla prima del progetto agricolo (che non è nemmeno sua, peraltro) nel ruolo di (parole sue) “persona che sa parlare bene e di front woman”. In questa occasione, la conferenza (convocata all’ultimo momento) è andata talmente per le lunghe da farle saltare la piscina (la ‘povna ci è arrivata dopo, grazie a un passaggio di Mr. Higgs, ma senza Ingegnera Tosta, che doveva scappare all’ora giusta) ed è stato allora – ci sono cose sulle quali, si sa, lei non transige a nessun costo – che la ‘povna ha scientemente scelto di correre ai ripari. Uno sguardo all’orario le ha rivelato infatti che, in maniera insperata, un altro mondo era possibile; perché le due ore di buco della ‘povna coincidono, incredibilmente, con quelle trascorse coi Merry Men proprio dall’Ingegnera Tosta, e da lei dedicate, settimanalmente, alla revisione e stesura del progetto grafico di scrittura del territorio. Detto, e fatto.
Negli scorsi due venerdì, al termine delle sue due ore (e dell’intervallo) la ‘povna ha preso baracca e burattini, e si è trasferita in laboratorio coi suoi uomini del bosco; tutti – Ingegnera, Merry Men, il collega di laboratorio Pietropoli e persino il tecnico, Maschilista – hanno l’ordine tassativo di fingere che lei non esista; lei, dal canto suo, si conquista una postazione in ultimo banco, e da lì corregge i compiti, lavora al Pof, prepara le circolari e i documenti; se ha bisogno di qualcosa, in giro per la scuola (ovviamente) ci vanno i ragazzi. Cinque minuti prima del suono della campana, la ‘povna fa capolino in sala professori, a portare nell’armadio il registro dell’Ingegnera (per guadagnare tempo) e si gode, soddisfatta, le esclamazioni meravigliate dei colleghi: “Ma allora c’eri!”; “Pensavamo tu fossi andata via…”; “Ma dove…”. La ‘povna sorride a tutti e non risponde a nessuno, con aria vaga, e di fretta. Ieri ha persino finto di non aver letto un sms (di Mickey Mouse) e gli ha risposto due ore dopo, al sicuro, dal treno del ritorno. “Sapevo che avevi finito, ma mi pareva di avere visto in segreteria la tua sacca di piscina” – tippetta lui di rimando. Ma, ancora una volta, la ‘povna fa la vaga.
Solo Mafalda è a parte del segreto (ma, ovviamente, è complice), e forse anche Mr. Higgs (ma sta diventando buon amico, e non fa testo – anzi, fu lui a suggerirle di sparire, il giorno del passaggio). Alla ‘povna questa soluzione piace tantissimo: “Davanti a un computer, coi Merry Men, in attesa di andare in acqua” – ha brillantemente riassunto Mafalda – “ci fosse solo una birretta, sarebbe il paradiso a scuola”.
Non lo è, ma (finché dura) ci assomiglia. L’unica contro-indicazione, per ora, sono i sogni: ché la ‘povna, già presa dall’esame di stato, nell’ultima settimana sognato pure lei di dover concludere il progetto. Lo doveva consegnare a Mr. House, che – poiché faceva schifo (la ‘povna, come è noto, possiede la manualità di una ciabatta) – le metteva impreparato, a penna, sul registro, e lei si dedicava con gran forza a protestare. “Non mi devi mettere impreparato, non è giusto” – argomentava con doppia forza onirica – “due magari sì, se fa schifo; però io l’ho consegnato, non mi merito il marchio di infamia di chi nemmeno ci prova”.
“Tu non stai bene” – le ha detto Mr. House quando gli ha raccontato il sogno.
“Prof., lei non ci arriva sana a giugno” – hanno esclamato i Merry Men in unisono.
“E comunque hai ragione” – ha concluso l’Ingegnera Tosta – “io, almeno nelle prime tavole, a chi consegna in orario, anche se sbaglia, do comunque la sufficienza”.
La ‘povna sorride, e incamera l’incoraggiamento. Del resto, per consegnare un progetto degno, ci sono ancora quasi nove mesi di tempo per provare…


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