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Immaginazione e SuperEroi: la Salvezza di Iron Man.

Creato il 05 agosto 2013 da Lemat @LeMatPercorsi

Cari amici lemattiani,iron-man
oggi condivido con voi un ragionamento su alcune delle mie più grandi passioni: i Supereroi (in particolar modo Iron Man), l’Immaginazione e la Salvezza.

Certo, devo dire che non è stato facile decidere quale supereroe prendere ad esempio. In particolar modo la sfida IronMan-Batman sembrava non avrebbe avuto un vincitore, ma poi – visto IronMan 3 e letta una certa intervista a Robert Downey Jr. - non ho avuto più dubbi.

;-)

E la scelta, al di là del piacere personale, ha anche una motivazione escatologica (l’escatologia si occupa di Salvezza).

Dovete sapere, infatti, che ormai da 3 anni sto lavorando - e a fine settembre, online, ne scoprirete i risultati – ad un complesso metodo che trasformerà i nostri idoli (Eroi e Supereroi) in figure di altissimo potere escatologico: grazie all’Immaginazione, i Supereroi diventano una Via per la Salvezza.

Come ci si può salvare grazie all’Immaginazione?
Diventando Supereroi! 

8-)

1. Immagin-Azione

L’Immaginazione non è solo immagini, né immagini in azione, ma anche l’uso delle immagini per migliorare le proprie azioni, le performance, in modo da renderle al meglio possibile per quello che siamo, con quello che abbiamo a nostra disposizione.

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Gli atti compiuti nell’Immaginazione e traslati nella realtà, assomigliano moltissimo agli “atti psicomagici” di Jodorowsky (se non li conosci, puoi leggere “PsicoMagia“) e ad alcune tecniche che ho trovato sparse in testi di Jung, Castaneda e Sibaldi, che utilizzando una comunicazione simbolica, per parlare all’inconscio.

Insomma, quando sei nell’Immaginazione, puoi usare i simboli per parlare con i simboli e, quando sei nella realtà, puoi agire simbolicamente, per ottenere risultati nel tuo mondo (percepito e concreto).

Queste azioni simboliche innescano il “loop proattivo della Magia”: agisci nella realtà in modo simbolico, ottenendo un risultato immediato e comunichi alle zone più profonde di te stesso (nel Regno dell’Immaginazione) significati ed azioni.

Facciamo un esempio: una mia cara amica, una volta, mi disse che non riusciva a dormire da una settimana per un odore sgradevole che proveniva dal bagno. E si stupiva di essere l’unica a non dormire. Quando le chiesi: “Che cosa è accaduto una settimana fa?”, si stupì, chiedendo: “Come fai a saperlo?”.
Io non lo sapevo, avevo solo ascoltato. Insomma, 7 giorni prima aveva litigato con la figlia e – parole sue – “non riusciva a mandarla giù”.
Bon… il bagno è il luogo ove scarichiamo le energie negative, per cui mi era chiaro che ci fosse un legame simbolico. Le consigliai di agire scaricando la propria rabbia nel bagno, tirando poi lo scarico.

Risultato?
Si ruppe la tubatura di tutto il condominio.
Doveva essere qualcosa di veramente “grosso”.

:-)

Difatto, però, la situazione madre-figlia, migliorò (ed anche lo sgradevole odore, che scomparve).

Questo stratagemma spirituale ha avuto successo perché la realtà è un continuo linguaggio simbolico e su di essa noi possiamo agire anche attraverso l’Immaginazione, creando dei messaggi a loro volta simbolici o, addirittura, degli “Io-simbolici”.

2. Costellazioni Familiari, Psicodramma e Giochi di Ruolo

Con tutta probabilità, hai sentito parlare almeno di una delle 3 discipline sopra indicate.
Le Costellazioni Familiari (o sistemiche), create da Bert Hellinger, sono un metodo di lavoro su se stessi che sfrutta alcune conoscenze circa la teoria dei campi quantici, applicandole alle relazioni sistemiche di individui.
Negli incontri di lavoro, si interpretano ruoli differenti (spesso si vestono i panni di qualcun’altro), al fine di manifestarne le dinamiche psichiche ed emotive in relazione a temi, situazioni, individui predeterminati.
Con mio stupore, recentemente ho scoperto che si possono interpretare anche ruoli di città, nazioni, emozioni, stati emotivi, pensieri, …

Lo Psicodramma, tecnica della psicoterapia ufficiale che conosco molto poco, si differenzia dalle Costellazioni soprattutto per il fatto che ognuno tende a manifestare – attraverso atti “scenici” – i propri stati emotivi e non quelli altrui.

In entrambi i casi, però, è vivo il principio dell’interpretazione, che – secondo me – troviamo alla sua ennesima potenza solo nei Giochi di Ruolo (GdR).
Dalle ambientazioni fantastiche – ricordo che il fantasy, oggi, in qualità di erede della tradizione mitologica (prima) e epica (dopo) è l’ambiente perfetto per lo sviluppo dell’Immaginazione – a quelle più realistiche, il GdR è l’altare dell’interpretazione.

3. Interpretare

L’interpretazione è qualcosa di complesso, perché richiede un costante scambio di informazioni tra due piani di realtà: quello vissuto realmente e quello immaginato. Il nostro caro amico Maxwell Maltz, a questo punto, ricorderebbe che “la mente non distingue un’esperienza vissuta da una immaginata vividamente”, ed è proprio sulla base di questa dinamica mentale che ci è possibile parlare di un effetto escatologico dell’Immaginazione, che si pone come un interprete, tra due realtà.

Andando a vedere l’etimo del verbo “interpretare“, che significa “far conoscere attraverso, tradurre”, ci rendiamo conto di quale sia la funzione principale dell’Immaginazione nei GdR: fa comunicare la realtà immaginata con quella vissuta.

4. Iron Man e la Salvezza di Robert Downey Jr.

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Qualche giorno fa lessi un’intervista su Robert Downey Jr., l’attore che veste i panni di Iron Man e, come dicevo in incipit, decisi di scrivere questo articolo.
Non so se lo sai, ma sia l’attore, che i produttori dei film (nonché il creatore di Iron Man) sono entusiasti di questo incontro perfetto tra realtà/Robert Downey Jr. ed Immaginazione/Iron Man.

Pare – a detta di tutti – che non potesse esserci un connubio migliore. D’altronde, sembra che R. Downey Jr. si stia preparando ad interpretare Iron Man fin dalla sua prima infanzia: quel “Jr.” che gli ha causato i molti conflitti con il padre e le autorità è sfociato in veri e propri atti criminali ed in una vita “sul filo del rasoio”, perfetti come sfondo psicologico dell’esuberante Tony Stark (nome civile di Iron Man).

Ma al di là di questi parallelismi simbolici niente male, quello che mi colpì di più furono le parole di Robert Downey Jr., quando si trovò a “ringraziare” Iron Man, perché gli aveva dato la possibilità di attraversare il lato buio di sé, raggiungendo la luce che v’era in fondo.

Proiettandosi nel Supereroe, Robert ha trovato le forze necessarie a compiere quello che, nella tradizione spirituale, si chiama “attraversare la Soglia”.
Iron Man, oltre che Supereroe, è stato il suo Guardiano della Soglia, lo Spirito Guida che lo ha condotto nella caverna, aiutandolo nella trasformazione da bruco in farfalla.

Simbolicamente: la più grande missione di Iron Man è stata la salvezza di Robert. Una missione al di là della Realtà (la sua).

5. Eroe VS SuperEroe

Dal mito antico, l’uomo ha sempre usato l’Immaginazione per interpretare simbolicamente la realtà o, meglio ancora, ciò che – della realtà – andava al di là della sua comprensione.
Tale processo, da sempre, è alla base della ricerca spirituale ed interiore ed è stato la base della nascita di molte religioni.

Questo, per il semplice fatto che l’Immaginazione può comprendere ciò che la mente razionale non può. Ecco perché abbiamo “sogni” e “desideri” (come quello di andare sulla Luna, ad esempio): in noi c’è una tensione che ci spinge a crescere, a sviluppare ogni possibile talento e potere. Anzi, superpotere.

Il Supereroe è proprio colui che ha sviluppato questo “super-potere”, ovvero è diventato capace (“potere” = “che può”) di qualcosa che va al di là della realtà che lo circonda.

E dal Supereroe all’Eroe, il passo è breve: nascono i supereroi quando – con le parole di Nietzsche – “Dio è morto”.
Difatti, l’Eroe è la figura storico-mitologica dell’individuo figlio di uomo e di divinità. E’ il simbolo della nostra natura mista: al contempo umani e divini.

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Recuperare il concetto di Eroe, per me, ci aiuta non solo a rendere più possibile la realizzazione del processo di trasformazione: i Supereroi sono – spesso – “troppo lontani” (difatti vivono in realtà inesistenti), mentre degli Eroi si raccontano le gesta tra gli uomini, in città storicamente esistite.
Ma recuperare l’Eroe vuol dire anche ricordarsi di entrambe le nostre anime: umana e divina, senza sacrificarne l’una (il corpo, la fisicità, le emozioni, la socialità, il sesso, la vita quotidiana) per l’altra (l’idealizzazione spirituale).

Ecco perché, mentre i Supereroi sono spesso “una zona-grigia tra la giustizia universale e la vendetta personale”, solo l’Eroe è l’emblema virtuoso dell’Etica, perché, in definitiva, è l’uomo che agisce per il Bene, o più semplicemente…

“Un eroe è colui che fa ciò che può. Gli altri non lo fanno” – Romain Rolland

E tu? Chi è il tuo Eroe Interiore?
Quali sono le facoltà che tutta la tua esperienza di vita ti invita a sviluppare?
Quali i tuoi superpoteri?

Scoprilo!

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