Era l'alba, un uomo giovane pedalava sulla sua bicicletta leggera, dalle ruote grandi, la scocca sottile ed elegante, era mattina presto e noi già correvamo nelle nostre macchine sporche.
Lui pedalava, aveva un completo elegante, giacca e pantaloni grigi scuri, opachi, la camicia bianca e la cravatta bordeaux, calzava scarpe nere, dure e belle, pedalava concentrato ma non affaticato, aveva gli occhiali scuri per difendersi dal sole fresco di un Luglio instabile, pieno di pioggia e nuvole e vento.
Pedalava rapido e preciso, mantenendo una rotta sicura, non vacillava, il suo incedere era preciso e netto, la giacca si apriva nel vento del suo sforzo naturale, i lembi svolazzavano scoprendogli la pancia ed il torace tutto, era un uomo e correva nel senso contrario al mio.
Chissà dove andava con quella bicicletta e quel vestito.
Chissà chi lo aspettava, come era vestito anch'esso, se lì dentro faceva un caldo micidiale, se gli aveva preparato una buona colazione oppure lo voleva aggredire, sgridare, incolpare, chissà dove avrebbe parcheggiato la sua bicicletta ultraleggera, come sarebbe sceso da quel sellino, e se si sarebbe aggiustato la cravatta stringendola verso il collo.
Chissà chi c'era per lui subito dopo aver incrociato la mia strada, senza neanche vedermi.