Molti sono incappati nella trappola mediatica relativa al soccorso ai clandestini, incluso l’amico Mario.
L’art.12 comma 2 del testo unico sull’immigrazione Turco-Napolitano NON modificata dalla legge Bossi-Fini recita testualmente
“Non costituiscono reato le attività di soccorso e assistenza umanitaria prestata in Italia nei confronti degli stranieri in condizione di bisogno comunque presenti nel territorio dello Stato.”
E per territorio dello Stato si intendono anche le acque territoriali, al di fuori delle quali subentra in primis il codice marittimo che impone a qualsiasi imbarcazione di prestare soccorso a chiunque si trovi in difficoltà. Poi ci sono le convenzioni internazionali firmate anche dall’Italia, i trattati o le norme consuetudinarie che sono sovrannazionali. In poche parole la norma di diritto internazionale viene recepita come costituzionale ed è più forte della legge nazionale stessa (principio di vis abrogans) . Quindi i giudici sono tenuti a non applicare le norme interne quando queste contrastino con il diritto internazionale e, nel caso di dubbio, debbono ricorrere alla Corte Costituzionale.
E del resto, chi ha mai visto processare qualcuno per aver soccorso i barconi?
L’unico caso risale ad anni fa, quando un peschereccio tunisino prese a bordo dei clandestini ed i pescatori furono presi per scafisti e processati, ma in seguito assolti.
La legge sull’immigrazione, come tutte le leggi, è suscettibile di miglioramenti, ma non per questo deve essere obbligatoriamente abrogata. Inoltre se consideriamo i vari paesi europei, la Germania commina un anno di reclusione a chi viene sorpreso sul suo territorio (ma si procede immediatamente all’espulsione), la Francia anche un anno con un’ammenda, in Gran Bretagna 6 mesi, la clandestinità è un reato in Olanda e Belgio, in Svizzera un anno di reclusione, in Spagna l’espulsione immediata. E i razzisti, chissà perché, siamo solamente noi…
Inotre noi li soccorriamo e ci ripagano con sommosse varie, anche quelli appena salvati l’altro giorno.
Poi ci sono i costi dell’accoglienza.
Un “migrante” appena arriva, se si dichiara prigioniero politico, riceve per i primi 35 giorni 976,15 euro. Se lo status di rifugiato non viene convalidato, l’importo si riduce a 557,80, senza contare le varie spese per vitto cure mediche ed altre cosucce. Importo che non viene percepito da tanti pensionati o da ammalati gravi per l’assegno di invalidità. (alcuni dati rilevati da fondazione Leone Moressa). Sono costi che, con la congiuntura imperante, non possiamo più permetterci.
Del resto sarebbero da rivedere anche i criteri di aiuti umanitari che mandiamo in Africa. Il continente è in preda a profonde trasformazioni. L’Europa, e non solo l’Italia mandano continuamente soldi a queste popolazioni, ma questi vengono spesso incamerati dai dittatori che governano e che con quegli importi acquistano armi invece che vettovaglie per sfamare la gente. La quale gente, che dà dei razzisti a noi, si scanna allegramente per motivi tribali, religiosi, politici. E quanto ci vengono a costare gli aiuti lo ha scritto anche Magdi Cristiano Allam nell’articolo che linko qui di seguito
ww.blitzquotidiano.it/rassegna-stampa/lampedusa-magdi-cristiano-allam-basta-ipocrisie-immigrati-sono-un-lusso-1685081/