Magazine Poesie

Immortale Amata

Da Sergio Celle

Immortale Amata

Ludwig van Beethovenritratto di J.K.Stieler 1820

Immortale Amata

Ludwig van Beethoven
ritratto di C.T.Riedel 1801

…l’opera d’arte più vicina alla perfezione è profondamente determinata dal suo tempo e al contempo lo oltrepassa, giungendo all’atemporalità…

Max Raphael                                          
              oggi 16 dicembre dell’anno 1770, a Bonn, Maria Magdalena Leym  (nata Keverich il 12 novembre 1767) dava alla luce e al mondo intero, colui che doveva cambiare il modo di fare e concepire la musica: Ludwig van Beethoven.----------------------------------------------------------------------------Ludwig Van Beethoven non ha bisogno di tante presentazioni. Anche per quelli che non amano la musica classica. Tutti sanno della grande figura che questo genio ha rappresentato per il periodo romantico. Tutti conoscono le sue opere più  eseguite. Per i cultori invece, del grande maestro è superfluo dire quanto le sue composizioni abbiano fatto di lui il padre della musica espressivamente interiore, spirituale. Decifrabile a qualsiasi udito del cuore.L.v. Beethoven, un uomo prima che un artista. Nella sua vita di musicista non sono mancate orme di figure femminili, le quali a volte hanno lasciato segni indelebili nei ricordi del maestro. Donne a volte già impegnate in altre relazioni, o addirittura legate dal vincolo matrimoniale. Fra queste una resta ancora avvolta nel fascino del mistero:l’Immortale AmataUna donna dall’anima  che seppe conquistare il suo tenero cuore, quando invece fu incompreso dai suoi migliori amici per la sua completa sordità. Una donna che lo amò a tal punto da condizionare la mano del genio, la quale trascurò per un certo periodo la carta dei pentagrammi, sostituendo le note con parole struggenti, per manifestare ciò che il cuore gli dettava. Un cuore appassionato, bisognoso di amore colmo di musica sentimentale e sensuale, quello che soltanto una donna sa donare. E per questa misteriosa ‘Immortale Amata’ l’uomo Beethoven scrive una lettera che rivela di quanta passione fosse capace il suo cuore. Di quanto un vero sentimento possa rendere indissolubile tutto ciò che una vita può unire, ancor prima dei corpi. Di questa lettera ancora oggi se ne discute. Non si è certi se il maestro l’abbia fatta recapitare alla destinataria. Ma tutto fa propendere che l’abbia trattenuta per sé, per non ferire o mettere a pubblico ludibrio questa misteriosa donna.Di certo si sa che è stata ritrovata dopo la morte del musicista, a lato del documento riportato come il Testamento di Heiligenstadt’. Documento scritto nel 1802 ai suoi fratelli da Vienna, nel quale accusa il destino e la sua crudeltà, per avergli tolto quello che più aveva diritto di possedere: l’udito. Ciononostante la privazione del senso, a distanza di poco tempo egli scrisse la quinta sinfonia. Una composizione che resterà, per intensità interiore e forza espressiva, la più amata ed eseguita nel tempo. Per chiudere poi il suo tempo mortale con la nona sinfonia. Dove finalmente trova collocazione l’ode del poeta Schiller: ‘An die freude’, che il maestro conservava da tempo  nel cuore ancor prima che la sordità totale lo colpisse. Beethoven parla di amore eterno, di un sentimento che lega due anime.  Dalle parole scritte scaturisce quanto intenso e profondo fosse l’amore che l’univa a questa donna.Ma di quale donna si tratta? Nessuno lo sa. Resta un mistero. Ancora oggi si brancola in ipotesi e  congetture. La più considerata fra le possibili candidate resta l’aristocratica signora, Antoine Brentano.L’amore per questa figura femminile – immaginaria o reale? -  definita ‘Immortale Amata’ ha condotto l’uomo Beethoven a scrivere di Lei. Sembra assurdo pensare  che questa lettera, una dichiarazione d’amore degna di respirare oltre i confini della  realtà, non sia mai stata spedita e letta dalla misteriosa destinataria.Ma i fatti confermano l’assurdità: la lettera fu ritrovata chiusa dopo la sua morte in un cassetto della scrivania a lato del testamento di ‘Heiligenstadt.’Probabilmente il musicista, privo di udito, ma non di profondi e delicati sentimenti, temendo di non riuscire a tener fede a quell’impegno e promessa d’amore, ha preferito ferire la parte più intima del suo essere, chiudendo per sempre la lettera in un cassetto. Se quest’azione fu dettata dall’incertezza e dall’insicurezza verso un mondo ancora a lui sconosciuto, dove la sordità non lo avrebbe aiutato, di certo non fu sollecitata dall’incoscienza. Beethoven era cosciente di quell’amore assoluto, come altrettanto lo era da trattenere definitivamente quella dichiarazione per salvaguardare l’immagine della donna. Colei che ancora oggi viene ricordata come ‘L’immortale Amata’Lettera all’Imortale Amata, redatta in tre riprese, è ritenuta la più bella confessione d’amore inespresso:
Teplitz, 18126 luglio di mattina-Mio angelo, mio tutto, mio me stesso. – oggi solo qualche parola a ma-tita (con la tua matita) – la camera me la potranno fissare soltanto domani, quanto tempo sprecato per simili inezie – perché questo dolore profondo, dal momento che è necessario – Può il nostro amore esistere altrimenti, se non le-gato ai sacrifici e alla rinuncia a pretendere tutto, che si può fare, se non sei interamente mia; se non sono interamente tuo – O Dio guarda quanto è bel-la la natura e non ti turbare per ciò che deve essere – l’amore esige tutto e con piena ragione, così e di me con te e di te con me – dimentichi così facilmente che debbo vivere per me e per te, fossimo interamente riuniti né tu né io pro-veremmo questo dolore – il mio viaggio è stato tremendo, sono arrivato qui ieri alle quattro di mattina, mancavano i cavalli così la posta ha dovuto cambiare iti-nerario, ma che orribile strada, all’ultima stazione mi avevano sconsigliato di viaggiare di notte, di guardarmi dall’attraversare un certo bosco, ma ciò che mi ave-va invece stuzzicato – e ho avuto torto, con tutti quei sobbalzi su un fondo appena sterrato, la carrozza avrebbe potuto non farcela e con due postiglioni me-no abili dei miei, sarei rimasto bloccato a metà strada – a Esterhazi non è andata meglio sulla strada normale, coi suoi otto cavalli contro i miei quattro – Anzi, io mi sono persino divertito come mi accade sempre in caso di scam-pato pericolo – ma non torniamo in fretta dalle cose esterne a quelle interne, ci ri-vedremo presto, anche oggi non posso comunicarti le osservazioni che ho fat-to in questi ultimi giorni a proposito della mia vita – se i nostri cuori fossero sempre vicini l’uno all’altro, non mi sarebbero certo venute in mente, ho il cuore che scoppia di cose da dirti – Ah – ogni tanto penso che le parole non siano in grado di esprimere nulla – sii serena, continua ad essere il mio fedele, unico tesoro, il mio tutto, come io lo sono per te; il resto, quello che ci potrà e ci dovrà accadere, saranno gli dei a deciderlo.-Il tuo fedele Ludwig
Lunedì 6 luglio seraTu soffri, tu, l’essere a me più caro – in questo momento m’informano che le lettere  devono essere consegnate molto presto al mattino. Lunedì – gio-vedì gli unici due giorni in cui la posta parte di qui per K. (Karlsbad, stazione termale. Aggiunta personale) - tu soffri – Ah, dove sono io, ci sei anche tu con me, parlo con me e con te, faccio come se potessi vivere con te, che vita!!! Senza di te – perseguitato qua e là dal-la bontà degli uomini che credo – così poco di voler meritare e che merito co-sì poco – L’umiltà dell’uomo verso l’uomo – mi fa male – e se mi considero nel quadro dell’universo, che cosa sono e che cosa è colui – che chiamiamo il più grande – e tuttavia – anche qui c’è il divino dell’uomo – mi viene da pian-gere al pensiero che tu le riceverai le mie notizie probabilmente non prima di sa-bato -. Per quanto tu mi possa amare – il mio amore per te è ancora più forte. – e mai starmi nascosta – buona notte – come frequentatore dei bagni devo andare a dormire – O Dio – così vicini! Così lontani! Non è forse un vero edificio celeste il nostro amore – ma anche solido co-me la volta del cielo. – 
Buon giorno 7 luglioa letto i  miei pensieri sono già rivolti a te, mia amata immortale, ora lieti, ora di nuovo tristi, nell’attesa che il destino esaudisca i nostri desideri – posso vivere soltanto unito strettamente a te, non altrimenti, sì, ho deciso di errare lontano finché non potrò volare nelle tue braccia e sentirmi perfettamente a ca-sa accanto a te e lasciando che la mia anima, circondata dal tuo essere, entri nel regno degli spiriti – purtroppo così deve essere – ti rassegnerai, tanto più co-noscendo la mia fedeltà verso di te, nessuna altra donna potrà mai possedere il mio cuore, mai – mai – O Dio perché doversi allontanare dall’oggetto di tan-to amore, la mia vita a V. è ora miserevole – il tuo amore ha fatto di me il più felice e nello stesso tempo il più infelice degli uomini – alla mia età avrei bisogno di vivere in modo uniforme senza scosse – ma è ciò possibile nella no-stra situazione? – Angelo mio, mi dicono ora che la posta funziona tutti i gior-ni – quindi chiudo affinché tu possa ricevere la lettera al più presto – sii calma, solo contemplando con serenità la nostra esistenza potremo raggiungere il no-stro scopo di vivere insieme – sii calma – amami – oggi – ieri – Quanta nostal-gia, quanto rimpianto di te – di te – di te – mia vita – mio tutto – addio – ti prego continua ad amarmi – non smentire mai il cuore fedelissimo del tuo amatoL.Eternamente tuoEternamente miaEternamente nostri-------------------------------------------------Questa lettera è stata scrupolosamente tradotta dal facsimile pubblicato dalla Beethoven-Haus nel 1986.I trattini, che suppongono una ‘pausa’, tipici dello scrivere Beethoveniano, sono riportati tutti, come da originale. Essi dimostrano quanto lo spirito del genio fosse di natura passionale e sempre in agitazione. Queste ‘pause’, se viste come gocce sospese nell’aria, altrettanto si possono sentire come ‘sospiri’ trattenuti nel cuore.------------------------------------------------------------------------------...il video musicale, che consiglio di ascoltare, contiene il secondo movimento del concerto per pianoforte e orchestra: 'Emperor' nr 5 in Mib maggiore op.73E' stato l'ultimo concerto per pianoforte scritto dal maestro tra il 1809 e  il 1811 poi dedicato all'Arciduca Rodolfo suo protettore.E proprio in questo periodo il cuore di Beethoven palpita d'amore per la sua 'Immortale Amata.' Ascoltando il suono delicato e appassionato  di questo brano, con l'introduzione degli archi che fanno pensare al maestro trasceso, assorto su ciò che deve scrivere alla sua amata, s'intuisce quanto ogni nota del piano sia intrisa di un sentimento tenero che via via si agita sognando desideri incompiuti...a queste incantevoli note, io lascio questi pochi versi, che dall’alto del suo silenzio, il genio che ha commosso il mondo, li canterà col cuore, perdonandomi con una lacrima e un sorriso:Mio angelo mio tuttoTi prego taci e ascoltaMira a lungo il cieloQuesta notte
Lassù ho scrittoLe nostre noteFra luna e stelleCome eterni amanti
Sì amanti un tempoParadiso e infernoGenerò per noiInesorabile sorte
Pochi giorniPoche orePochi istantiBrevi infiniti
Lo stesso tempoE il nulla è tuttoChe altro mondo non avràE non avran le stelle
Ludwig van Beethoven muore a Vienna il 26 marzo del 1927.PS. Chi volesse leggere il sunto biografico che ho scritto su Beethoven, lo trova postato su: 'L'universo Dell'Arte' In google+

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :