Un tema che mi sta molto a cuore, è quello di aiutare i bambini a crescere liberi e autonomi. Per il lavoro che faccio, la mia attenzione va in particolare al ruolo che il linguaggio può avere in questo processo di crescita.
Succede, da piccoli, di trovarsi in un locale pieno di gente e di non riuscire a prendere la parola. Oppure di farlo in un modo che suona buffo e che fa ridere i presenti. Si trovano anche quei bambini che sono dei Pino Perfettino e parlano come un libro stampato, suscitando ammirazione ma anche un po’ di turbamento.
La complessità degli usi linguistici e dei registri non deve essere sottovalutata. Dagli psicolinguisti e dai neurolinguisti la gestione di queste conoscenze è considerata un’abilità paragonabile a quella di parlare più lingue. Infatti, richiede le stesse abilità di tenere separati i codici, di saperli usare in relazione alle persone e ai contesti appropriati, di saper tradurre da uno all’altro. E’ quindi importante che, fin da piccoli, i bambini siano esposti a molti registri e che siano anche aiutati a sviluppare la sensibilità metalinguistica per coglierne più aspetti possibili.
La storia della nostra lingua è particolarmente complessa (una sintesi si può leggere in questo bellissimo libro) e ha influenzato molto anche il tipo di insegnamento scolastico che è in qualche modo ‘viziato’ dalla scrittura. In parte, infatti, si dedica tempo alla lettura e alla scrittura ma non si riflette a sufficienza sull’oralità, un po’ come se venisse applicato all’italiano il metodo di insegnamento del latino e del greco. In parte, si sottovalutano le potenzialità e le complessità del parlato.
Molti studiosi (forse anche perchè docenti all’università??) si sono da tempo impegnati a chiedere attenzione all’oralità, anche a scuola. Sostenere un esame universitario o un colloquio di lavoro, infatti, richiedono competenze che non si improvvisano e per molti ragazzi non sono sufficienti le prove richieste a scuola per svilupparle. Una nuova situazione un nuovo argomento un nuovo scrittore una nuova lingua e una nuova cultura richiedono anche agli adulti un esercizio di affinamento e arricchimento ed è quindi facile intuire quanto sia importante gettare da subito le basi per sviluppare un buon orecchio linguistico e comunicativo, che dia ai bambini non solo un bagaglio più ricco di strumenti, ma la consapevolezza che questa loro competenza dovrà crescere continuamente, insieme a loro. Per concludere, il consiglio di T. De Mauro: “occorre muovere dal vissuto, non dall’insegnamento della grammatica esplicita, formale, ma dall’esperienza“.
Nei prossimi giorni, continueremo ad affrontare questo argomento proponendo dei giochi da fare con i bambini. A questo link potete trovare dei consigli di lettura.
Se ti fa piacere, resta in contatto con il blog unendoti al gruppo su Facebook o iscrivendoti ai Feed con i pulsanti qui a destra.
Photo credits: link