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Imparare a sottrarre

Da Marcofre

È la visione e non la funzione a caratterizzare un romanziere (…)

 

Lo scriveva Flannery O’Connor. Mi pare che con queste poche righe, scritte negli anni Cinquanta del Novecento, la scrittrice statunitense abbia fissato in maniera definitiva il ruolo del romanziere nella società.

Occorre ricordare che la O’Connor scriveva in un’America che aveva trionfato. Il Vietnam era distante, e sembrava che lo scopo dello scrittore fosse celebrare lo stile di vita americano.
Esatto: doveva essere utile. Curioso che una qualunque società non appena ha il pranzo e la cena assicurati, inizi a “pretendere” di essere celebrata, vero?

Lei scriveva, ma rifletteva pure su quello che combinava.

Abitava in uno stato nel sud degli Stati Uniti, lontano dalle città dove i “dibattiti” erano all’ordine del giorno.

Se si accetta questa affermazione, buona parte dei “problemi” finiscono in secondo piano. E in quei problemi ci sono per esempio il ruolo e l’importanza del lettore. Il mercato. Tutti aspetti importanti, ma che occorre rimettere al loro posto, perché hanno la tendenza a infilarsi dove non dovrebbero.

La visione, non la funzione.

Naturalmente non si tratta soltanto di sguardo, di occhi. In una visione degna di questo nome, entrano in scena altri fattori. Siccome siamo fatti di carne e sangue e viscere, una visione deve essere completa.
Come si raggiunge una visione?

Non è semplice, e non esistono ricette. Immagino che sia indispensabile, come nelle scrittura, sottrarre. Non sono necessarie troppe parole, ma solo quelle che servono. Occorre tagliare, eliminare: sottrarre appunto.

Nella nostra vita quotidiana ci sono troppe cose superflue. Sottrarre, grazie.

Un buon inizio è imparare il silenzio.

È una condizione che ormai si è quasi persa, poiché è inutile. Tutto deve funzionare, avere un valore tangibile, concreto. Che magari si possa monetizzare il prima possibile.
Altrimenti, non serve.

La visione permette di riconoscere quello che scorre sotto le apparenze di ogni giorno. C’è sempre qualcosa di misterioso, di insondabile, che la televisione e il “senso pratico” nascondono.
Ogni volta che qualcuno esce dalla mandria, fa rumore.


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