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Imparare: con i bambini e le bambine

Da Jessi

M. Montessori

“… è la vi­ta stessa a rappresentare l’au­tentica arena dell’apprendi­mento”

D. Goleman

Quando si dice ‘insegnare’ ai bambini, si usa un termine impreciso. ‘Insegnare’ può essere fatto in tanti modi. Mi sono posta il problema molte volte come mamma, in questi primi venti mesi (+nove!!) con la mia bambina.

Ho scoperto che abbiamo tanti pre-giudizi su ciò che i bambini e i ragazzi possono imparare e quanto a volte si possa scoprire a lasciare scegliere loro. Al liceo, ad esempio,  i ragazzi e le ragazze di quattordici anni hanno adorato confrontarsi con l’Alcesti, anche se di solito viene proposta più avanti. Parlavano di “quel vigliacco dell’Admeto” come fosse uno di casa. Si confrontavano tra loro sul significato di quel terribile finale ambiguo, con Alcesti muta. Certo, questo non è l’unico modo e forse nemmeno il migliore di avvicinarsi alla tragedia classica. Però è stato un modo in cui loro, di questo sono sicura, se ne sono appropriati.

Quando si parla di ‘insegnare’ ai bambini e alle bambine piccole, poi, le cose invece che più facili si fanno più difficili. Ma è solo un errore di prospettiva, diceva Maria Montessori: se lasciamo che siano i bambini e le bambine a guidarci, loro spesso ci diranno di che cosa hanno bisogno. E, nell’ambiente adatto, spesso impareranno da soli.

La nostra bimba ci ha fatto capire che aveva nel DNA qualche gene di Koala e che aveva sempre bisogno di starci attaccata. Che voleva imparare a camminare, e si attaccava a qualunque supporto (soprattutto quelli pericolosi). Che era presto per lo svezzamento, e così, dopo aver interrotto l’allattamento per dieci giorni, abbiamo ricominciato, felici di non lasciar decidere di noi a nessun farmaco.

Creare l’ambiente adatto e lasciar sperimentare le bambine e i bambini piccoli non è sempre facile, soprattutto fuori dalla scuola, dove l’ambiente- ‘adatto’- non lo è quasi mai: gli scalini dello scivolo sono troppo alti, le biciclette invadono le strade pedonali, le scale non hanno cancelletti di sicurezza, le porte dei negozi sono aperte sul traffico…

Però, quando si trova un angolo sicuro, se li lasciamo liberi e restiamo a distanza, troveranno sempre qualcosa da imparare. E da insegnarci.

Keith Haring, Pisa

Mamma, hai visto, è una mano!

 

Nella riproduzione di Palazzo Blu, il murale Tuttomondo di Keith Haring disegnato su una parete del Convento di Sant’Antonio a Pisa.

 

Per approfondimenti

Learning is experience

Apprendimento e lavoro nell’era digitale

L’ambiente ideale per imparare: i criteri per riconoscerlo e crearlo


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