Sakineh Mohammadi Ashtiani - Foto ansa
In questi giorni si è parlato molto di pari opportunità, donne e diritti. Se ne è parlato perché complici due vicende che anche se di rilevanza certamente diversa hanno riacceso qualche fioco riflettore e qualche ben più luminosa polemica. La prima è quella che vede coinvolta Sakineh Mohammadi Ashtiani, condannata a morte in Iran mediante lapidazione, e qui Frattini e Carfagna hanno lanciato un appello video e appeso un grande manifesto sulla facciata del ministero delle pari opportunità per sensibilizzare e fare pressione sulla situazione di Sakineh.
La seconda è quella delle 500 hostess, tutte belle e giovani, reclutate e pagate per assistere ad una “Lectio Magistralis” tenuta da un dittatore il cui paese non solo non garantisce le pari opportunità, ma nemmeno i più basilari diritti umani. Certo, le due vicende non si possono mettere sullo stesso piano, ma denotano certamente un principio di incoerenza dannosissimo quando si tratta di certi argomenti. All’inizio avevo pensato si all’incoerenza, ma avevo deciso di cestinare tutto come puerile polemica. Come detto, le Hostess non si possono mettere sullo stesso piano di una lapidazione.
Ma poi leggo la notizia secondo cui dal primo di agosto le 14 linee del numero verde Antitratta (che era uno strumento atto a servire e tutelare le vittime della prostituzione e dello sfruttamento, quindi Donne in larga maggioranza) sono state disattivate per mancanza di fondi. Solo quella di Venezia rimane attiva per ora. Ecco l’incoerenza che torna.
Allora mi sono posto qualche domanda: perché nel momento in cui due tra i ministeri più coinvolti, esteri e pari opportunità, si affacciavano in video nella persona dei loro ministri in favore della donna Iraniana (atto dovuto e condivisibilissimo, sia chiaro) 500 giovani donne venivano pagate e spedite ad assistere al teatrino di un leader il cui paese non rispetta né pari opportunità né tanto meno i diritti umani più basilari? E perché quei soldi, seppur pochi non sono finiti, come anticipo almeno, nelle casse del numero verde antitratta che certamente è ben più utile? La sospensione della linea è figlia della manovra economica ed è stata giustificata come una questione di budget, ma pure la visita di Gheddafi a quanto mi risulta ha richiesto un, seppur minimo, esborso di denaro. Sarà mica che la salvaguardia delle donne dalla tratta non porta introiti, al contrario di Gheddafi?
Leggendo scopro che il sistema di organizzazioni, enti, forze dell’ordine che parte dal numero verde, ma che poi si estende in tutta una serie di operazioni di assistenza, in sei anni ha aiutato circa 14.000 persone che a mio modesto parere sulla carta almeno a livello di numeri in gioco incide molto di più delle 500 ragazzotte impacchettate per il Raìs. La coerenza innanzi tutto, come sempre.