Comunicare. È la prima cosa che impariamo davvero nella vita. La cosa buffa è che più noi cresciamo, impariamo le parole e cominciamo a parlare e più diventa difficile sapere cosa dire, o peggio ottenere quello che davvero vogliamo. E alla fine della giornata ci sono delle cose delle quali non si può fare a meno di parlare. Certe cose semplicemente non vogliamo sentirle, e altre le diciamo perché non possiamo più tenerle dentro. Per certe cose non servono parole, certe cose si fanno e basta. Alcune cose si dicono perché non si ha altra scelta. E alcune cose le lasciamo dentro noi stessi. E non accade molto spesso, ma di tanto in tanto, alcune cose semplicemente parlano da sole.
All’essere umano servono molte cose per sentirsi vivo il lavoro, l’amore e il sesso. In realtà, serve una sola cosa per essere vivi davvero, serve un cuore che batte. Quando il nostro cuore è minacciato reagiamo in due modi, fuggiamo oppure reagiamo. Esiste un termine scientifico per questo, “combatti” o “fuggi”. E’ l’istinto. Non possiamo controllarlo. Oppure sì? Alcune volte anche il migliore di noi ha delle titubanze quando si tratta di assumersi un impegno e potremmo restare sorpresi dall’impegno che riusciamo ad esprimere in certe occasioni. Impegnarsi è complicato, potremmo sorprendere persino noi stessi per quanto riusciamo ad impegnarci. Ma impegnarsi richiede uno sforzo notevole e anche sacrificio. Il che spiega perché certe volte siamo costretti ad imparare la lezione a nostre spese e a scegliere con attenzione le situazioni in cui impegnarci.
I legami che ci vincolano a volte sono impossibili da spiegare, ci uniscono anche quando sembra che i legami si debbano spezzare. Certi legami sfidano le distanze, il tempo e la logica. Perché ci sono legami che sono semplicemente destinati a essere.
Alla fine di tutto ciò, cercare le risposte è meglio che farsi le domande, stare svegli è meglio che dormire. Fare una cosa, anche se dovesse rivelarsi il più grande, il più tremendo degli errori, è decisamente meglio del non averci provato.