Nel 2004 Mourinho aveva appena vinto una delle Champions League più strane della storia recente, il Milan avrebbe dovuto ancora giocarne due finali, lo scandalo di Calciopoli non era ancora scoppiato, e Messi e Cristiano Ronaldo erano soltanto due promettenti campioncini in erba...
Ma nel 2004 già non erano nuove, in Italia, alcune tematiche riguardanti l'impiantistica sportiva: già si parlava di stadi di calcio di proprietà, del futuro dello Stadio di San Siro, di marketing applicato agli impianti sportivi (anche come fonte di finanziamento alternativa), di strutture capaci di offrire più servizi polivalenti oltre all'evento sportivo in sè, eccetera.
Tutti concetti che ritroviamo, pari pari, a distanza di oltre dieci anni.Cosa è cambiato da allora? Poco. Nella grande maggioranza dei casi siamo ancora a livello di "progetto" e di dichiarazione d'intenti. Un esempio della "lentezza" dello sport (in primis del calcio) italiano nell'adattarsi a un mondo che cambia, si evolve verso nuove forme di intrattenimento e di business e guarda verso il futuro.
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